E' la vita a fare notizia. E noi parliamo di quelle notizie lì, quelle che occupano le nostre giornate: figli, amori, nonni, malattie, morti, sesso, scuola, lavoro, donne, uomini. Buon viaggio. E voi che leggete dateci il vostro segno di vita. Vi garantiamo che sarà ascoltato, rispettato (anche nella privacy) e che sarà utilizzato nel miglior modo possibile. Scrivete a [email protected]  o partecipate al blog http://club.quotidiano.net/fiechter  ... Questo spazio è anche vostro.

 

  
HA COMINCIATO per necessità. Come tanti. E ha trovato il paradiso. Perché una volta che si inizia a fare a meno del superfluo, dell’inutile, di ciò che gli altri si aspettano di vedere ma che in fondo non soddisfa, una volta che si prova ad amoreggiare in un bus a due piani anziché in un galà a cinque stelle, in una pensione piena di calore umano invece che in un villaggio per giapponesi, una volta scoperto che una vita essenziale rimette in ordine valori e spesso anche sentimenti, ecco, a quel punto la vita a basso costo diventa una filosofia, una religione, e indietro non si torna più. E’ quello che è successo a Marco Mengoli, modenese, artista, cantautore, vignettista, un trentenne rimasto folgorato sulla via del risparmio e di cui è appena uscito “Una vita low cost” (Il Ciliegio editore): un saggio ironico, un manuale, un reality book sulle offerte low cost in tutti i settori (perfino i funerali), un viaggio «nell’arte di sopravvivere – come dice lui – attraverso un passaggio non troppo segreto per la felicità». E per favore «non chiamatele privazioni».

 


Primo capitolo: mangiare low cost. Ma davvero lei si ciba andando avanti ad assaggi gratis offerti dai supermercati?
«Ho provato, ma è chiaro che queste sono esagerazioni a scopo letterario. Ho però elencato modi più realistici per risparmiare».
 

Come portarsi dietro le bevande all’happy hour?
«Un’altra boutade. Ma utile, mi creda, perché è noto che tanto più sono generosi i buffet tanto meno lo sono le bevande. E allora niente di più facile che andare in bagno a rifornirsi».
 

Passiamo a cose più serie, la casa. Cosa dice la religione low cost?
«Dopo molte ricerche ho scoperto che il modo migliore per avere un tetto sarebbe acquistare una casa prefabbricata, costa mille euro al metro quadro, è antisismica, ecosostenibile e ha tutte le misure: exralarge, large, small ed extrasmall. E’ perfetta. Il problema, in Italia, è avere il permesso per metterla in un terreno di proprietà. Ma basterebbe cambiare mentalità e quindi la burocrazia».
 

E il funerale low cost?
«L’ideale, per le ricerche che ho fatto, soprattutto in America, sarebbe un funerale senza pompe funebri, bara in cartone e sepoltura in giardino. Ma anche questo, in Italia, è vietato. Lo sapeva? E dunque non resta che optare per la cremazione».
 

Lei non è certo il primo a parlare di low cost. Perfino le grandi ditte usano questa formula come specchietto per le allodole. Come ci si salva dai finti risparmi?
«Informandosi. Alla fine questo è l’unico modo per risparmiare davvero e per capire come orientarsi nella giunga delle offerte. Ho scritto il libro proprio per dare un aiuto. E alla fine capirete che alcune di queste offerte sono vere e proprie opportunità di svolta per vivere bene senza sperperare».
 

E la felicità? Non dirà che andare su e giù per le scale per risparmiare la palestra rende più felici?
«E invece sì, provare per credere. Prendere lezioni su YouTube (ce ne sono migliaia), stare in casa, ascoltare buona musica e non spendere una lira, solleva l’anima molto più che agitarsi insieme ad altri cento corpi a ritmi e suoni da mal di testa. Provateci. E non tornerete più indietro».

 

Fin qui ha parlato Marco Mengoli. E voi? Avete suggerimenti su come vivere low cost? Mandate le vostre testimonianze e le pubblicheremo in questa rubrica.