Firenze, 19 novembre 2010 - I fatti degli ultimi giorni, ed in particolare la manifestazione studentesca del 17 Novembre che mi ha visto involontario protagonista, mi portano a fare alcune considerazioni di carattere generale. Ho scelto da sempre la via della legalità perché è quella che mi hanno insegnato i miei genitori fin da piccolo: il fatto che fossero operai e che mio padre non avesse neppure conseguito la licenza elementare (mentre mia madre sì, la fortunata) non ha impedito loro di inculcarmi i valori di legalità, giustizia, libertà, rispetto, educazione.

 

Per il sottoscritto valgono sempre molto e non solo per rispetto dei miei genitori, mentre sembra che per qualcuno, troppi, questi valori non abbiano più senso . Ed allora ci si può permettere di infrangere regolarmente la legge, restare impuniti ed il colpevole,il nemico, l’infame di turno è chi invece pretende che la legge venga rispettata. Durante la manifestazione del 17 mi sono stati rivolti epiteti di tutti i tipi, imbrattati muri di scritte offensive ed altre amenità e tutto questo in nome della libertà: ma quale libertà? Quella di chi pretende “democraticamente” che le minoranze siano comunque maggioranze in quanto le loro idee sono migliori? Quella di chi impedisce agli altri di esercitare un proprio sacrosanto diritto? Quella di chi etichetta come fascista chiunque non condivida le proprie idee senza neppure sapere che così facendo si comporta da fascista?

 

Evidentemente il mio concetto di libertà è diverso e molto più ampio di quello prevaricatore di queste persone. In ogni caso mi dichiaro orgoglioso di pensarla come la penso e di agire come agisco ed il momentaneo senso di assoluta solitudine che dovrebbe angosciarmi in realtà mi riempie solo di amarezza non per me ma per gli altri. E infatti mi chiedo: di fronte a episodi di palese violazione delle più elementari norme di civiltà dove è andata a finire quella politica che si riempie la bocca della sacra parola “legalità” ed alla prima occasione utile fa finta di dimenticarsene e si nasconde prudentemente in quanto tutto sommato questi ragazzi fanno veramente comodo. E chi se ne frega se imbrattano i muri, se offendono le istituzioni, se incendiano i gazebi, se sfasciano le scuole, se impediscono ad altri di esercitare i propri diritti. Lasciamoglielo fare così abbiamo più tempo per dedicarci al “Gossip” che sembra diventata la nuova moda.

 

E i problemi della gente? Risposta: problemi? quali problemi? Ed i docenti che ne pensano? Semplicemente non ci pensano o pensano soltanto al proprio tornaconto individuale. Perché mi devo creare problemi con gli studenti? Perché mi devo creare problemi col Preside? Meglio defilarsi e fare finta che niente sia successo. In una parola in queste situazioni le opinioni dei Collegi dei Docenti risultano “non pervenute” come la temperatura di Potenza. E l’elenco degli assenti ingiustificati potrebbe allungarsi di molto. Cosa fare allora? Molto semplice: non rassegnarsi ed andare avanti. Un segnale, pur piccolo, prima o poi deve essere dato e io questo ho voluto fare. Il tempo è galantuomo e, come al solito, renderà giustizia. In ogni caso.