Firenze, 12 ottobre 2010 - UN SOMALO 25enne sull’altare del Duomo. Ci è salito sopra, inscenando una specie di ballo. E’ successo ieri mattina, di fronte a turisti e fedeli. Lo straniero ha momentaneamente eluso la vigilanza dei custodi, ma è stato prontamente bloccato dalla vigilanza interna e dai carabinieri.

 

Era disarmato. Affidato al 118 è stato condotto in caserma. Mettiamola così: il giovane salito in 'cattedra', la 'cattedra' del Vescovo (da cui Cattedrale di Santa Maria del Fiore) per una breve esibizione a metà tra la preghiera e il muezzin, dev’essere stato colpito dalla sindrome di Stendhal, nota non a caso anche come sindrome di Firenze: un malessere psicosomatico con battito accelerato, capogiro, vertigini, confusione. Riporta Wikipedia che la sindrome "colpisce soggetti messi al cospetto di opere d’arte di straordinaria bellezza, specialmente se compresse in spazi limitati".

 

Aggiungendo che "tale disagio è spesso riscontrato a Firenze, dove — all’ospedale Santa Maria Nuova — almeno una volta al mese viene ricoverato qualche paziente colpito da questi sintomi". E infatti lì è finito il somalo, ricoverato nel reparto psichiatrico in attesa che gli amici che lo ospitano a Firenze venissero a riprenderselo. L’episodio in sé si è concluso in pochi istanti: quanti ne sono intercorsi tra l’inizio dell’'esibizione' — di fronte al solito flusso di turisti stupiti — e l’intervento della sicurezza interna, quella dell’Opera del Duomo che "tutela, promuove e valorizza il patrimonio artistico della Cattedrale, dal campanile e dal museo di Santa Maria del Fiore".

 

E’ stato il caposervizio del personale di vigilanza e custodia, Marco Fredducci, insieme ai colleghi in turno fino alle tredici, ad imbattersi nell’improvvisato tribuno salito fin sull’altare posizionato sotto la cupola del Brunelleschi. Fredducci non però rilasciato dichiarazioni sull’episodio. Ha ricostruito l’episodio con i carabinieri della stazione 'Uffizi' in pattuglia come da servizio in centro disposto ogni giorno dal comandante provinciale, colonnello Saltalamacchia. Sono stati loro a prendere in consegna lo sconosciuto, che si è «consegnato» senza dare in escandescenze. Giusto una scaramuccia con i dipendenti dell’Opera che gli erano andati incontro per portarlo via dalla 'cattedra' e che non intendono sporgere querela nei confronti del somalo.

 

Trasferito in caserma a Borgognissanti per essere identificato (e per verificare la sussistenza di estremi di reato a suo carico o magari dei presupposti per chiedere al sindaco di ordinare il trattamento sanitario obbligatorio) avrebbe, secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, pregato in continuazione in arabo, anche dentro gli uffici dell’Arma. I militari hanno preso le impronte digitali dell’uomo e le hanno comparate con la banca dati delle forze dell’ordine. Il giovane ha il permesso di soggiorno come rifugiato politico. Rintracciata una sua sorella in Norvegia e gli amici che lo ospitano a Firenze, i carabinieri hanno disposto per un suo temporaneo ricovero nella psichiatria di S.Maria Nuova. Nessun Tso: non ci sono i presupposti della pericolosità.

 

QUINTA CHIESA d’Europa per grandezza dopo la Basilica di San Pietro, la Cattedrale di San Paolo a Londra, quella di Siviglia e il Duomo di Milano, Santa Maria del Fiore è patrimonio mondiale, spirituale e artistico, di valore e di valori incommensurabili. Un qualsiasi gesto strano, inconsulto come quello di ieri, pur se sostanzialmente pacifico, desta, deve destare anzi, attenzione e apprensione. Custodia e vigilanza della Cattedrale sono affidate al servizio dall’Opera del Duomo, presieduta dal 25 gennaio 1997 dalla dottoressa Anna Mitrano, dirigente d’area in prefettura. "Sono certa — ha detto Mitrano — che il personale addetto, come pure le autorità religiose hanno fatto in questo caso, come sempre, tutto il possibile per un episodio comunque circoscritto".