Firenze, 28 agosto 2010 - UNA TRAGEDIA quella che è costata la vita al non ancora quattordicenne esordiente Tommaso Cavorso, che ricorda drammaticamente quella avvenuta il 22 novembre dello scorso anno e che costò la vita sempre durante un allenamento, al diciottenne campione italiano juniores a cronometro il pistoiese Antony Orsani, scontratosi contro un auto nei pressi di Vinci. Siro Gavilli, fiorentino di Campo di Marte, personaggio conosciuto nel ciclismo per essere stato in passato un ottimo corridore con numerose vittorie al suo attivo, è uno dei direttori sportivi della squadra esordienti dell’Aquila Ganzaroli di Ponte a Ema. Si svolgeranno lunedì pomeriggio alle 15.30 a Borgo San Lorenzo i funerali Tommaso: la salma arriverà alla cappella della Misericordia di Borgo nella tarda mattinata. Dalla cappella partirà il corteo funebre per la pieve di San Lorenzo. Oggi si è svolta l'autopsia a Firenze.

 

DISTRUTTO dal dolore ci racconta quello che è successo dopo aver parlato per telefono con il suo collega Giovanni Ducci, altro direttore sportivo della formazione fiorentina come il giovane Stefano Ballerini, che come hanno fatto diversi altri atleti, dopo aver indossato la maglia della società di Ponte a Ema è voluto restare in società. Ducci, ieri mattina, era alla guida dell’ammiraglia che seguiva l’allenamento della squadra esordienti della quale faceva parte Tommaso lungo il tratto di strada che unisce il Mugello alla Valdisieve.

 

"Erano tutti assieme – dice Gavilli affranto dal dolore – quando Tommaso ha provato a scattare, come capita tra i ragazzi durante gli allenamenti. Ha guadagnato un po’ di vantaggio e subito dopo si è verificato il tragico incidente". Nessuno dei suoi compagni, quando dopo qualche secondo sono transitati dalla zona dell’incidente, sulla dirittura vicino alla zona industriale di Scopeti, lo ha notato. «Proprio così, tanto che i compagni di squadra del povero Tommaso e l’ammiraglia sono transitati dal punto dove è avvenuto il tremendo impatto notando solo dei vetri sull’asfalto, Tommaso era volato fuori strada e con lui la bici. Solo un’automobilista più avanti ha raggiunto il gruppo dei ragazzi e l’ammiraglia informando di quanto era successo».

 

ATTUALE presidente dell’Aquila Ganzaroli, società fondata nel 1927 e che ha avuto come atleta il grande Gino Bartali (la prima maglia di Ginettaccio è stata quella bianconera della società di Ponte a Ema, della quale poi fu nominato presidente onorario) è Renato Masini, ruolo che ricopre da un paio di stagioni dopo essere stato per decine di anni direttore sportivo. Ha vissuto gli ultimi minuti di vita di Tommaso all’ospedale di Careggi, assieme ad altri dirigenti, ai familiari e parenti del giovanissimo di Vicchio: "Speriamo che Tommaso ce la faccia". Non è stato così. Dopo mezz’ora è giunta la notizia della sua morte ed il presidente della sua società è distrutto dal dolore. "Non ho parole, non è possibile morire così. C’era gioia e felicità nella squadra che si allenava per la corsa di domenica a Casenuove di Empoli, per la nostra società un dolore immenso. Voglio soltanto aggiungere che domenica mattina avremmo dovuto organizzare la gara per allievi a Le Palaie di Pelago, non molto distante dal luogo dell’incidente e c’erano 85 corridori iscritti, ma naturalmente la manifestazione è stata annullata, è il momento solo di piangere Tommaso con i suoi genitori".