Firenze, 9 giugno 2010 - Ammazzata a coltellate nella sua abitazione, a Sesto Fiorentino, qualche ora prima di una cena con alcuni colleghi di lavoro. Raffaella Ingrassia, 44 anni, è stata ritrovata morta così, ieri a tarda sera, in via della Cristallina 3, nella zona residenziale di Doccia. La donna era distesa in soggiorno: qui l’assassino l’ha raggiunta colpendola ripetutamente a morte con un coltello che ancora non sarebbe stato ritrovato.

 

Una volta ricevuto l’allarme, sul posto sono arrivati i carabinieri del tenente colonnello Ferdinando Musella, i suoi più stretti collaboratori del reparto investigativo, il vicecomandante della stazione di Sesto, Guccione, e naturalmente il sostituto procuratore di turno, dottoressa Giuseppina Mione. Sul posto anche il dirigente del commissariato, Luca Gorrone. I rilievi degli uomini della Scientifica sono proseguiti fino a tardissima notte.

 

Raffaella Ingrassia è stata raggiunta da «diversi colpi» al torace, forse al collo, riferiscono fonti investigative, ma non è ancora possibile stabilire se sia morta per una ferita in particolare, in un punto vitale, o per lo choc emorragico comunque provocato dalla tremenda serie di fendenti.

 

Originaria di Taranto, sposata con una figlia, Benedetta, di 22 anni, studentessa universitaria, la donna si era trasferita con la famiglia in Toscana, a Sesto, da otto anni. E a Doccia da cinque. Motivi di lavoro, sembra. Secondo le prime informazioni ieri il marito e la figlia della coppia erano in Puglia, a Taranto, per una festa di famiglia. Circostanza presto accertatata dai carabinieri che hanno dovuto rintracciare l’uomo per comunicargli l’atroce notizia.

 

Fuori dalla porta dell’appartamento gli investigatori hanno ritrovato due bottiglie di vino bianco: quelle portate dagli amici e colleghi di Raffaella, dipendente dell’Ipercoop di Sesto Fiorentino. Il gruppetto è arrivato a casa alla spicciolata, gli amici hanno suonato alla porta — la donna viveva al secondo piano di uno stabile di cinque — e si sono stupiti alquanto di non ricevere alcuna risposta. Hanno insistito. Era già l’ora concordata. Hanno aspettato. Hanno pensato anche che Raffaella fosse dovuta uscire di nuovo, magari per una commissione, per un ultimo acquisto per celebrare al meglio quella cena. Poi, si sono rassegnati. Anzi no: hanno chiesto informazioni a una vicina di casa.

 

Quell’assenza non poteva non destare sospetti. Anche perché Raffaella era irraggiungibile pure sul telefonino. Una vicina di casa ha provato a chiamare la Ingrassia. In quel momento le è tornato in mente qualche cosa di strano. Perché qualcuno ha parlato di «rumori provenire dall’appartamento nel primo pomeriggio, intorno alle 15.30». Forse i rumori della colluttazione tra la donna, presa alla sprovvista, di sorpresa, e l’assassino che ha infierito su di lei. E’ allora che sono stati chiamati i carabinieri. I militari sono entrati nell’appartamento senza ricorrere ai vigili del fuoco. E il brutto presentimento che aveva cominciato a serpeggiare tra i colleghi della vittima, e i vicini di casa, ha purtroppo trovato una drammatica conferma.