Firenze, 4 maggio 2010 - Durante le spoliazioni napoleoniche, due tavole della predella della quattrocentesca Pala del Noviziato di Filippo Lippi furono portate via da Santa Croce. E quando la Francia restituì all’Italia parte della ‘refurtiva’, di quelle tavolette dipinte da Pesellino — giovane aiutante del Lippi — tornarono due splendide copie, ma non gli originali che restarono al Louvre. Sarà anche per questo che oggi il grande museo parigino ha concesso in prestito agli Uffizi senza troppa resistenza i due scomparti della metà del Quattrocento, raffiguranti San Francesco riceve le stimmate e Il miracolo dei Santi Cosma e Damiano, che resteranno a Firenze fino al 30 maggio.

L’occasione consente di dare il giusto tributo all’importante restauro della stessa Pala del Noviziato del Lippi, che per la prima volta dall’800 torna visibile nella sua integrità, con la predella rimontata con tutte e cinque gli scomparti originali, restituendo l’impianto come da commissione di Cosimo de’ Medici, nel 1445, per la cappella onomima in Santa Croce realizzata da Michelozzo.

Finanziato dall’associazione Amici degli Uffizi, il restauro è valorizzato da un allestimento nella sala dei Lippi (Filippo e Filippino) caratterizzato da pannelli azzurri che esaltano i valori cromatici delle opere esposte. «Il prestito del Louvre e il contributo degli Amici dei Musei — spiega il direttore degli Uffizi, Antonio Natali — consente di recuperare la completa autografia del Pesellino, che qui esprime la sua espressione salda e al tempo soave».

Accanto alla Pala del Noviziato si può ammirare un altro recente intervento su un’opera di fra’ Lippi, la Pala di Annalena, un’adorazione del bambino dipinta attorno al 1450 per il convento fiorentino di San Vincenzo Ferrer, insieme alle sue tavole con l’Annunciazione, Sant’Antonio Abate e San Giovanni Battista. «La Pala del Noviziato è un’opera cardine dell’arte fiorentina del ’400 — commenta la soprintendente al polo museale fiorentino Cristina Acidini — che riunisce i significati politici e religiosi dell’epoca, la magnificenza dei Medici e la splendida maturità artistica di un protagonista assoluto del Rinascimento quale fu Filippo Lippi. E ora se ne recupera la piena leggibilità grazie a questo sapiente restauro».

«L’intervento ha consentito di recuperare la pala soprattutto dal punto di vista dei valori cromatici originali — ha detto Angelo Tartuferi, vicedirettore della Galleria —. L’opera era coperta da una coltre oleosa che ne offuscava le tonalità».