Firenze, 4 febbraio 2010 - Dalla lottizzazione di Sottocastello, alla realizzazione della cassa di espansione sul fosso di Terzalla. Dalla manipolazione delle schede di trasformazione, alla costruzione del casello autostradale e ai lavori di ampliamento del parcheggio dell’outlet di Barberino del Mugello. Ci sono tutte le manovre di quello che gli stessi indagati definiscono un vero e proprio «comitato d’affari», nell’inchiesta aperta dalla procura della Repubblica di Firenze sul gruppo composto da politici, imprenditori e funzionari pubblici che avrebbe gestito l’urbanistica di Barberino del Mugello «perseguendo i propri interessi personali».

I tredici indagati dell’inchiesta sono l’assessore regionale, Paolo Cocchi (nella foto), il consigliere regionale, Gianluca Parrini, il geologo della Regione, Eneo Host, l’ex sindaco di Barberino, Gian Piero Luchi, il suo vice Alberto Lotti, il funzionario comunale, Paolo Pinarelli, l’ex assessore, Daniele Giovannini, il consigliere comunale, Giovanni Guerrisi, il fratello dell’ex sindaco Luchi, Luca Luchi, il proprietario immobiliare, Alessandro Lenzi, l’architetto della Provincia, Davide Cardi, l’imprenditore Danilo Cianti e Elvio Ciolli, fratello di quel Bruno Ciolli indagato nell’ambito dell’inchiesta sul comitato d’affari che gestiva l’urbanistica fiorentina. Cocchi, Parrini, Luca Luchi e Davide Cardi sono accusati solo di abuso d’ufficio. Alberto Lotti e Paolo Pinarelli devono rispondere di abuso d’ufficio, corruzione, falso e peculato, mentre Giampiero Luchi e Daniele Giovannini sono accusati di abuso d’ufficio e peculato.

A Elvio Ciolli, Enea Host e Alessandro Lenzi è contestata la corruzione, mentre Giovanni Guerrisi e Danilo Cianti devono rispondere rispettivamente di falso e di abuso d’ufficio e corruzione. I reati sarebbero legati all’acquisto di terreni da lottizzare o alla lottizzazione di terreni di proprietà di persone legate agli indagati su cui sarebbero dovuti sorgere centri commerciali, uffici, appartamenti e una scuola che doveva essere edificata in un’area a rischio idrogeologico.

Come si evince dalle 80 pagine del decreto di perquisizione firmato dal pm De Gregorio e notificato agli indagati dagli uomini della polizia stradale di Firenze, che ieri mattina hanno passato al setaccio gli uffici regionali e comunali, l’indagine è partita da alcuni accertamenti sulla costruzione del nuovo casello autostradale di Barberino del Mugello. Dalle carte dell’inchiesta emerge, in particolare, che «l’ex sindaco Gian Piero Luchi e il suo vice Alberto Lotti avrebbero programmato lo sviluppo urbanistico del territorio in funzione dei progetti di investimento immobiliare degli imprenditori a loro vicini».

I privati avrebbero corrisposto cospicue somme di denaro, mentre i politici locali avrebbe utilizzato le loro cariche solo ed esclusivamente in funzione degli interessi dei loro amici. Le figure di Paolo Cocchi e Gianluca Parrini si inseriscono nell’inchiesta perchè avrebbero fatto da mediatori fra gli imprenditori e gli amministratori comunali. Cocchi, in particolare, avrebbe agito a favore delle politiche del Cianti in cambio di vacanze nelle abitazioni private dell’imprenditore e del soggiorno con la moglie in un lussuoso stabilimento termale di Monsummano Terme. L’assessore, che ha rimesso il proprio mandato nella mani del presidente Martini, si è detto «sereno e sicuro che la vicenda si concluderà con una certificazione della mia onestà».