Il restauro diventa sostenibile con gli scarti dell'agroalimentare

E' la novità dell'edizione 2019 di “Agritettura”. Il 23 maggio una giornata di studio alla Palazzina Reale e il 27 maggio una serata al cinema

Agritettura

Agritettura

Firenze, 16 maggio 2019 – Gli scarti provenienti dall’agroalimentare da utilizzare nel campo del restauro e del design: è questa la novità che sarà al centro della nuova edizione di "Agritettura: nutrire il cantiere", l'iniziativa organizzata dalla Commissione DAS (Dibattito Architettura Sostenibile) dell’Ordine degli Architetti di Firenze in programma giovedì 23 maggio alla Palazzina Reale di piazza Stazione, che quest'anno prevede anche una serata al cinema il 27 maggio dedicata a “riciclo e ambiente”. Per la prima volta, l'iniziativa affronterà il tema della conservazione responsabile dei beni culturali: dopo i “primi capitoli” andati in scena nel 2016 e nel 2018, il nuovo, triplo appuntamento di quest'anno con Agritettura, in programma sempre nella sede di Ordine e Fondazione Architetti Firenze, rappresenterà un ulteriore approfondimento sull’utilizzo degli scarti provenienti dall’agroalimentare in architettura, attraverso le filiere di trasformazione, nel campo del restauro e del design.

Tra gli esempi che saranno portati dai diversi ospiti che si alterneranno sul palco nel corso delle due giornate di studio, ci sarà proprio l'utilizzo di prodotti e materiali provenienti dalla natura per i restauri di opere d'arte (come pitture e sculture), di componenti architettoniche e di parti di edifici storici. “Anche il restauro è un mondo che può e deve guardare con attenzione all’economia circolare, scegliendo i materiali da utilizzare – spiegano gli organizzatori – nelle precedenti edizioni ci siamo concentrati sulle nuove costruzioni, quest'anno lo facciamo sul restauro: faremo il punto su cosa è stato fatto e su cosa è possibile fare”. “L'agritettura è una sorta di alleanza tra agricoltura e architettura”, continuano gli organizzatori di quella che, nata come un'idea, è poi confluita in un'attività di ricerca su nuove modalità di valorizzazione e conservazione delle risorse del pianeta, che ha puntato l'attenzione sul riutilizzo degli scarti dell’agricoltura food e non come opportunità per la riduzione degli impatti ambientali del settore dell'architettura, con la possibilità di considerare “la campagna come la nuova fabbrica per i materiali dell’edilizia sostenibile”. “Dal 2015 ad oggi sono cambiate tantissime cose: quattro anni fa ci siamo quasi sentiti pionieri nell'organizzare un'iniziativa come Agritettura, oggi si possono invece trovare molte esperienze in tutto il mondo”. Proprio per questo, nel corso della giornata del 23 maggio verrà proiettato, fra l'altro, un “notiziario” dal mondo per raccogliere e raccontare le novità del settore provenienti dall'intero pianeta. "Il design e la doppia vita delle bucce" sarà il tema al centro della giornata. "Il green design, ovvero la progettazione sostenibile, nasce dalla reazione alla crisi ambientale globale, la rapida crescita della popolazione mondiale, la preoccupante diminuzione delle risorse naturali. Questo evento vuole essere un manifesto dedicato al valore dell’uso consapevole degli oggetti e alla convinzione che sia necessario che contengano idee, valori, speranze utili a immaginare un futuro in cui il consumo diventa pensiero e scelta", raccontano ancora gli organizzatori. IL 27 maggio è invece prevista una serata al cinema con film su progetti e opere di Vandkunsten Architects, Boeri Studio, ENORME, JAG Studio e molti altri. Fra gli ospiti e le esperienze al centro delle due giornate, ci sarà poi chi spiegherà come sia possibile passare "dal chicco alla casa", trasformando i prodotti secondari della coltivazione del riso in nuovi materiali per un’edilizia sana, e chi illustrerà come dare una nuova vita agli scarti di bucce di mela producendo carta e similpelle da utilizzare nel mondo della moda e dell'abbigliamento, ma anche nel settore dell'arredo per poltrone e divani. E ancora, chi mostrerà come fondi di caffè e bucce di cipolle possano essere usati per creare coloranti naturali e chi spiegherà come abbia provato a cercare un'alternativa alla plastica combinando rifiuti alimentari con batteri e lieviti per dar vita a confezioni usa e getta. Ilaria Biancalani  

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