Mostre a Pietrasanta, l'estate di Fabio Viale e del David tatuato

In piazza Duomo a Pietrasanta l'inaugurazione della mostra dell'artista piemontese, che con le sue enermi sculture invade i luoghi più simbolici della cittadina

Una delle opere di Viale, Souvenir David

Una delle opere di Viale, Souvenir David

Pietrasanta (Lu), 26 giugno 2020 - Anche il David ha i suoi bei tatuaggi. Anche lui porta i segni del vivere, della moda, delle ferite, delle vittorie, le cicatrici delle scelte fatte o non fatte. L'enorme testa dell'eroe scolpito da Michelangelo, cavo all’interno come una sorta di maschera, è adagiata in piazza Duomo a Pietrasanta, ed è una delle monumentali opere - Souvenir David il suo titolo - della rassegna di Fabio Viale, che caratterizza l'estate della piccola grande capitale del marmo e degli artisti. 

L'articolata esposizione, per lo più all'aperto,  concepita dall’artista piemontese si intitola “Truly” e sarà inaugurata sabato 27 giugno alle 18, per proseguire fino al 4 ottobre. Proprio in piazza  del Duomo, altri riferimenti all'arte antica, come un grande torso ispirato al Torso Belvedere che si trova a Roma, nei Musei Vaticani.

Invitato dal sindaco Alberto Stefano Giovannetti e dall’assessore alla cultura e turismo Massimo Mallegni, Fabio Viale (Cuneo, 1975) risponde con i suoi lavori a l'idea della cultura quale motore di civiltà e impulso sociale irrinunciabile «grazie a un artista di fama internazionale e al tempo stesso una interpretazione imprescindibile della voglia di ripartenza che uomini e donne ci chiedono, con attenzione rigorosa alla sicurezza e rispetto immenso».

Promossa dal Comune di Pietrasanta, con il sostegno della Galleria Poggiali e la curatela di Enrico Mattei, la mostra Viale a Pietrasanta presenta una ventina di opere che coinvolgono tutti i luoghi simbolo della città: opere monumentali nella Piazza del Duomo e un’incursione nella Chiesa e nel Chiostro di Sant’Agostino. A queste se ne aggiungerà un'altra che sarà posta all'ingresso del Pontile di Marina di Pietrasanta.

Secondo il  curatore Mattei, «tutta la produzione artistica di Fabio Viale è uno spiazzamento percettivo in cui i valori tattili della pittura e quelli plastici della scultura di fondono in un unico affinamento qualitativo per il sentimento umano. Come in un cortocircuito, l’artista riesce a sovvertire la storia degli equilibri estetici che siamo abituati a contemplare nella scultura: un bello classico e ideale che nessuno prima di lui aveva pensato di rivoluzionare con un'altra tradizione, forse anche assai più antica, quella del tatuaggio».

Da parte sua Sergio Risaliti - direttore artistico del Museo Novecento di Firenze, nel quale Fabio Viale è stato recentemente invitato per un progetto sul primo maggio, e autore di un saggio in catalogo - aggiunge che «alla base del suo lavoro esiste sempre una conoscenza rispettosa della materia, ed è grazie a questa relazione virtuosa, coltivata negli anni, tra tecnica e poesia, tra materiali e strumenti, tra uomo e natura, che si è perfezionato un processo creativo il cui scopo è, al netto di altre considerazioni, l’esaltazione delle proprietà formali della pietra e di quelle concettuali e figurative nella fantasia umana».

Tra le anteprime, nella Chiesa di Sant’Agostino l’opera Le Tre Grazie,  scultura in marmo bianco, dettagliatissima nei particolari del panneggio, che ha come soggetto tre donne originarie dalla città di Ghardaia in Algeria, con cui Viale è entrato in contatto durante uno dei suoi frequenti viaggi. Qui, la religione musulmana è interpretata in modo particolarmente integralista, poiché, fin dalla nascita, le donne sono costrette ad indossare un burka fino ai piedi, che lascia scoperto un solo occhio, ponendo in questo modo l’accento sul tema della libertà negata e sulla percezione al contempo scontata che ne hanno gli occidentali che, proprio adesso, in momenti di forte limitazione, ne avvertono la misura.

Viale risponde così allo stimolo della nuova iconografia cui siamo sottoposti: i cosiddetti dispositivi di protezione individuale, le mascherine sul volto in particolare,  creano un cortocircuito visivo e semantico proprio con la scultura de Le Tre Grazie, che a dispetto del titolo non ha alcun riferimento classico, connettendosi alla simbologia del velo e al rapporto con la ritrosia malcelata verso il prossimo specie se coperto. Il progetto, che ne prevede la collocazione nella Chiesa di Sant’Agostino, ne acuisce il portato mistico e simbolico.

Inoltre nella stessa Chiesa di Sant’Agostino - evocando il tema della spiritualità, della libertà personale, di culto e meditativa, accentuato dalla scelta dell’allestimento - Le tre Grazie dialoga con la scultura Star Gate, realizzata in marmo arabescato dell’Altissimo, e consistente in due cassette per la frutta monumentali, di oltre due metri, unite una con l’altra a divenire un varco per lo spazio, un passaggio, e al tempo stesso, un limite da oltrepassare cui si associano predisposizioni di nuova spiritualità e emancipazione, che agiscono da contraltare con la scultura de Le Tre Grazie.

Tornando ai tatuaggi, cifra distintiva dell'artista, per la prima volta i segni sul marmo sono la combinazione del tutto personale delle più attuali tendenze del tatuaggio, da quello criminale a quello giapponese già sperimentati, fino ai nuovi orientamenti provenienti dal mondo dei Trapper e dalle influenze sudamericane, dando così vita ad un inedito ed esclusivo linguaggio trasversale, che attinge ad una sorta di universo segnico 'Old Style' interprete dell’attualità più in voga, confermando l’attitudine per cui Viale decodifica la sensibilità dei nostri giorni, sia come evoluzione iconografica del tatuaggio, sia come pratica sociale diffusa dello stesso.

Nel Chiostro e nelle sale al piano terra, al di sopra delle quali si trova il Museo dei Bozzetti, è allestita una serie di lavori che hanno scandito la notorietà di Fabio Viale: dall’Infinito in marmo nero (Ruote di Suv intrecciate), a una versione de La Suprema (due cassette per la frutta con impeccabile effetto legno).

In occasione della mostra sarà edito un catalogo con testi di Enrico Mattei, Sergio Risaliti e Massimiliano Simoni, che sarà presentato al pubblico avverrà sabato 1 agosto 2020.