{{IMG_SX}}Firenze, 15 giugno 2009 - Le studentesse americane bevono troppo. Il fenomeno non le riguarda tutte e, soprattutto, non tocca solo loro, ma il problema dell’alcolismo fra i giovani è in aumento. E’ stato denunciato più volte e in più sedi. Una delle conseguenze sono le violenze, vere o presunte, denunciate. L’allarme è esploso da qualche anno. Ma finora non ha trovato soluzione. Anzi.

 

Ma una città che ogni anno ospita seimila studenti americani, non può permettersi di ignorarlo. Anche perché le università straniere (quelle americane in particolare) sono uno dei motivi di orgoglio della città. E in città si contano una trentina di progetti universitari.  Del tema si è interessato l’assessore alle attività produttive e al turismo, Silvano Gori, che, nonostante l’impegno profuso, ammette per primo di non aver raggiunto i risultati che si era prefisso.

 

"In questi anni - racconta - ho incontrato tutti i rappresentanti delle scuole americane. Li ho convocati nella sala degli specchi nell’assessorato in via Ghibellina. Ho cercato di parlare con loro e abbiamo anche messo in piedi un gruppo di professionisti: un vigile urbano, un dirigente dell’assessorato, uno psicologo esperto sui temi delle dipendenze da alcol, un rappresentante delle scuole".

 

Qual è il compito del gruppo di lavoro? Ogni volta che in città arriva un nuovo gruppo di studenti viene organizzato un incontro: gli esperti cercano, con il dovuto tatto, di spiegare agli studenti a quali rischi vanno incontro, come dovrebbero comportarsi quando escono la sera. A cosa e a chi stare particolarmente attenti. Risultati? "Per ora non molti - allarga le braccia Gori - anche perché c’è da dire che tra questi insegnanti delle scuole alcuni sono molto collaborativi, altri negano il problema, in qualche caso opponendosi anche a questo primo incontro. E questo ci crea delle difficoltà".

 

La spiegazione è relativamente semplice: il fronte delle scuole teme che, se il fenomeno venisse troppo pubblicizzato, il rischio potrebbe essere quello della fuga degli studenti. Soprattutto la decisione da parte delle loro famiglie di non mandarli più a studiare a Firenze. Ma Gori va oltre: "Dobbiamo tenere presente che non tutti i giovani che arrivano qui dall’America sono di New York. Molti vengono da altri stati, dove magari la loro libertà personale è molto più condizionata a causa delle famiglie d’origine o dalla mancanza di centri cittadini pieni di locali e di giovani".

 

"E certo - continua - noi vogliamo che Firenze rimanga meta piacevole dove oltre a studiare, questi ragazzi possano vivere un momento piacevole della loro vita. Un periodo che faccia tornare loro il desiderio di tornare altre volte nella nostra città. Magari con le loro famiglie. Insomma, anche questo è un veicolo promozionale della nostra città".

 

"Ecco perché - prosegue l'assessore - penso che questo problema debba essere affrontato e risolto dalla prossima amministrazione che non deve mollare l’impegno già messo in campo in questi anni. Anche perché queste ragazze, spesso poco vestite e con atteggiamenti palesemente legati all’abuso di sostate alcoliche, finiscono per attrarre il peggio. Proteggerle diventa sempre più difficile". Le soluzioni? Gori ha in mente un paio di idee: più controlli delle forze dell’ordine sul territorio. E uno sforzo di integrazione maggiore. "Dobbiamo evitare che certi gruppi di studenti si incontrino solo fra di loro, ma fare in modo che frequentino tutta la città".