Prostituzione, la nuova mappa dice Novoli
Via dal centro, le lucciole conquistano la periferia. Sono tutte dell’Est. Ma c’è una sorpresa: le cinesi

AMARCORD, ma i ricordi sbiadiscono. Via Tornabuoni dove volteggiavano tra le macchine, impellicciate e voluttuose la mitica ‘Veruska’, biondissima e femmina o la ‘Romanina’, protagonista anche di un film. Oppure ‘Valeria’ o la ‘Luna’, che alle Cascine mostravano ai clienti, generosamente, le loro grazie. Adesso via Tornabuoni è un salotto; alle Cascine, di notte, non c’è più una lucciola a pagarla oro. E in piazza Ognissanti, dove ‘Valentina’ aspettava clienti particolari a bordo di una Mercedes con lo sportello aperto e il biglietto da visita già pronto, la sera passeggiano i clienti vip dei grandi alberghi.
Piano piano, dopo il boom, le prostitute rimaste in strada sono state ‘spinte’ verso la periferia. I vecchi ‘aficionados’ si rattristano: «Adesso dobbiamo quasi andare in provincia per trovarle».
Non è proprio così, ma certo le cose sono molto cambiate. Intanto la prima constatazione da parte dell’osservatorio privilegiato come può esserlo la questura è che il numero delle lucciole di strada è molto diminuito. Altra constatazione oggettiva: italiane sul marciapiede non ce ne sono più neanche a cercarle col lanternino e quelle che ancora fanno il ‘mestiere’ lavorano tutte in casa, per appuntamento e con clientela molto selezionata, quasi un passa parola.
Ci sono invece russe, moldave, ucraine, albanesi e rumene. Da quando la Romania è entrata a far parte dell’Unione europea e quindi le eventuali espulsioni sono molto più lunghe e complicate, il loro numero è cresciuto.

ALBANESI e ragazze dell’Est, quelle che non lavorano in casa, sono per lo più sposate con cittadini italiani. Già, molto spesso sono affascinanti, disponibili e hanno trovato facilmente marito in città. A volte gli sposi conoscono il mestiere della loro donna, molte altre invece ne sono all’oscuro. Due o tre sere alla settimana ‘escono con le amiche’ tutte agghindate e provocanti.
Lasciamole al loro destino e continuiamo il ‘tour’ di giovanile ricordo.
Verso la periferia. A Novoli si incontrano lucciole cinesi. E questa è un’altra novità nel panorama del sesso a pagamento. Fino a poco tempo fa la prostituzione cinese era praticamente sconosciuta. Non esisteva. Qualcuna c’era, ma lavorava in casa e solo per i connazionali. Adesso, forse per la crisi che ha investito anche i laboratori cinesi, di prostitute con gli occhi a mandorla se ne trovano diverse. Lavorano anche in casa, hanno prezzi bassi (40-50 euro a prestazione) e sono disponibili anche per sesso a rischio, senza protezione, a richiesta del cliente. Questo è un aspetto sanitario inquietante.
E ora una mappa sintetica dei luoghi e della nazionalità del mercato a luci rosse anche in base alle segnalazioni dei cittadini arrivate in questura.
Via Madonna della Querce, segnalati transessuali rumorosi; lungarno Dalla Chiesa, prostitute dell’Est; piazza Valdelsa, via Lippi e Macia, Giardini della Bizzarria sono marciapiede delle ragazze cinesi; via Forlanini, viale Redi, viale Guidoni, via di Novoli, via Baracca, viale Nenni sono terreno di conquista di rumene e albanesi; Calenzano, via Pistoiese, prostituzione ‘mista’; via del Fosso Macinante ora è il luogo dei gay.

A CONTRASTARE questo piccolo esercito di strada ci sono i controlli straordinari della questura, dell’Upg di Roberto Sbenaglia, della sezione Buoncostume della Mobile di Filippo Ferri e i controlli degli uomini dei vari commissariati.
Gli strumenti legali possibili vanno dal foglio di via obbligatorio per le lucciole non residenti in provincia, alle sanzioni amministrative per violazione dell’articolo 5 della legge che porta il nome della senatrice Merlin, al nuovo regolamento comunale che punisce la condotta indecente anche in riferimento all’abbigliamento. Per riportare alcuni dati recentissimi: le prostitute espulse negli ultimi mesi sono 25, di cui 24 nigeriane ed una uruguaiana.

E’ STATA REGISTRATA una forte riduzione dell’offerta nella zona sud della città, specie sui lungarni, mentre resta ancora in periferia, ma la pressione delle forze dell’ordine è sempre più forte: è una forza ‘centrifuga’ inarrestabile. E loro, le lucciole, si sono passate parola: «Firenze non è una piazza sicura. Si potrebbe guadagnare bene, ma il rischio di espulsioni e di provvedimenti seri è troppo alto».
Così in molte fanno la valigia.
am ag