Firenze, 9 luglio 2008 - Depravato, circondato di persone inette e profittatrici, i cosiddetti 'ruspanti'. Interprete della dissolutezza… questa è l'immagine che la critica e la letteratura hanno tramandato dell'ultimo granduca dè Medici, quasi che la 'dissolutezza' fosse stata causa della 'dissoluzione' del grande regno.
E Firenze gli dedica una mostra: 'Gian Gastone. Testimonianze e scoperte sull'ultimo granduca de' Medici' che si inaugurerà al museo delle Cappelle Medicee il 16 luglio e proseguirà fino al 2 novembre.
L'occasione, dettata dal ritrovamento della sua sepoltura durante i lavori del Progetto Medici e dagli studi derivanti, porta a leggere diversamente la figura di Gian Gastone (1671-1737). La sua personalità appare oggi fortemente contrassegnata da una grande malinconia, una tristezza profonda che inclinava, fin da bambino, verso la depressione. I contemporanei lo indicarono come 'principe di gran mente, di somma affabilità e di una volontà tutta inclinata al pubblico bene'.
Mostrò fin da giovanissimo grandi doti diplomatiche, grazie anche alla conoscenza di almeno quattro lingue straniere. Sensibile a tutte le arti, che aveva frequentato con grande diletto, colto e raffinato, come si addiceva ad un principe, la sua vita sarebbe stata segnata dal 'dovere politico' verso la casata e verso lo stato, una stretta 'rete' che lo costrinse senza soluzione di continuità.
Vissuto per molti anni all'ombra dell'estroverso fratello, il gran principe Ferdinando, fu intemperante verso il padre Cosimo III, ai cui ordini comunque dovette sempre piegarsi.
La mostra, ospitata nella cappella dei Principi, si compone di più sezioni. Una selezione iconografica che raffigura Gian Gastone in varie fasi della sua vita; una scelta accurata di monete e sigilli legati al regno dell'ultimo granduca; una raccolta di documenti e manoscritti che testimoniano l'attività politica del principe: lettere autografe, libri, pergamene e documenti che disciplinavano la vita pubblica e privata della Toscana per terminare con la relazione dell'ultima malattia morte e sepoltura di Gian Gastone, edita nel 1737.
Al centro della cappella, entro una vetrina ottocentesca ottagonale, restaurata per l'occasione, trova posto il 'tesoro' scoperto durante i lavori del Progetto Medici: le magnifiche medaglie d'oro di Luis Siries, la corona granducale, la lastra dedicatoria… e quanto altro legato all'ultimo atto dei Medici e al 'magnifico funerale', voluto dal nuovo granduca Francesco Stefano di Lorena, allestito, secondo le indicazioni di Anna Maria Luisa dè Medici, in San Lorenzo il 9 ottobre 1737, con il progetto scenografico e teatrale di Ferdinando Ruggieri.
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