{{IMG_SX}}Firenze, 19 settembre 2007 - "Non posso e non voglio dire niente prima di aver parlato con un avvocato. Sono sereno e ho fiducia nella giustizia". La voce del vescovo ausiliario Claudio Maniago filtra dai corridoi mai così bui della Diocesi di Firenze, già provata da mesi dallo scandalo di don Lelio Cantini, il prete di 82 anni indagato per "una montagna di reati" a luci rosse, fra i quali atti sessuali con minorenni di età inferiore ai dieci anni. Un prete già condannato in assoluto silenzio dal tribunale ecclesiastico che lo ha riconosciuto responsabile di abusi sessuali negli anni 1973-1987. Ma ora c’è di più.

 

C’è che don Cantini è stato il mèntore del vescovo Maniago. C’è che da settimane si rincorrevano voci su un coinvolgimento del numero due della Chiesa fiorentina nell’intera vicenda. C’è che "Maniago non poteva non sapere" cosa il suo vecchio precettore stava facendo. E il bubbone è esploso. Monsignor Claudio Maniago, secondo quanto emerso, viene tirato in ballo da testimonianze raccolte dalla procura in qualità di partecipante ad alcuni festini gay.

Un testimone in particolare riferisce di aver ricevuto del denaro per mantenere il massimo riserbo sulle sue frequentazioni a luci rosse; altri parlano di presunte minacce per spingerli al silenzio. Contro il vescovo ausiliario di Firenze si sono schierati due dipendenti della Curia e altrettanti sacerdoti, che hanno riferito voci secondo cui Maniago avrebbe addirittura contribuito ad aiutare don Cantini a gestire il patrimonio immobiliare sottratto ai parrocchiani plagiati. Accuse durissime, devastanti per il vice-vescovo e per la Curia stessa. Accuse che piombano nel bel mezzo di un’inchiesta "ora gravemente compromessa dalla fuga di notizie", ha detto il procuratore di Firenze, Ubaldo Nannucci, annunciando l’apertura di un fascicolo in cui s’ipotizza il reato di rivelazione di segreto d’ufficio.

La decisione non è bastata al consigliere regionale toscano Marco Carraresi dell’Udc, che ha scritto al ministro della giustizia Mastella chiedendo "di verificare se esistano i presupposti per l’apertura di un’opportuna inchiesta su quanto sta accadendo all’interno degli uffici giudiziari fiorentini". "Monsignor Maniago non è indagato", ha ribadito lo stesso Nannucci. Che ha comunque confermato gli accertamenti sui tabulati telefonici e sui conti correnti bancari del vescovo ausiliario. Di certo e di sospetto, ci sono numerosi contatti telefonici fra Maniago e l’entourage dell’«esiliato» Cantini. E ci sarebbe un passaggio di denaro da verificare, che potrebbe confermare il legame fra il testimone del festino gay e Maniago stesso.

E il tutto è saltato fuori nel bel mezzo di un’indagine che ora rischia di essere inquinata. Senza contare che Maniago si è ritrovato in prima pagina senza essere indagato. Ed è accusato di qualcosa che, se accertato, potrebbe avere rilevanza morale ma, al momento, non ha alcunché di penale. Alla luce di questo putiferio, la Diocesi di Firenze ha fatto quadrato attorno al suo numero due. "La verità dei fatti prima o poi verrà ristabilita, ma il danno recato alla persona è gravissimo. Come mai — si è chiesto l’arcivescovo Ennio Antonelli — il nome dell’accusato è sbandierato sulla stampa e invece il nome dell’accusatore viene taciuto? Chi dei due avrebbe più diritto a essere tutelato?".

Durissimo il comunicato della Diocesi fiorentina, in cui si osserva che queste notizie "che coinvolgono pesantemente monsignor Maniago, non possono che creare turbamento, assieme a sconcerto per le incredibili affermazioni di presunti testimoni; affermazioni tutte da dimostrare e comunque pubblicate prima che la magistratura, verso la quale confermiamo la nostra fiducia, abbia compiuto le sue verifiche". La diocesi ribadisce "la solidarietà al vescovo" e "si augura che questo nuovo capitolo della vicenda Cantini sia presentato con il rispetto dovuto alle persone senza ricorrere a scoop sensazionalistici, che finiscono per alimentare un’ingiustificata gogna mediatica. A tutela della onorabilità del vescovo ausiliare, ci si ripromette di adire le vie legali".