Firenze, 3 agosto 2007 - Era nato a Firenze e aveva ancora dei legami in città Stefano Coppi, il transessuale 35enne morto mercoledì al policlinico Umberto I di Roma, in seguito all’aggressione avvenuta nella notte di lunedì nel suo appartamento in via Adelaide Ristori, nel quartiere romano dei Parioli.

 

Da sette anni Coppi si era trasferito nella capitale e ancora prima abitava a Orbetello, dove tutt’ora risiedono i suoi familiari. Il giallo del suo omicidio sembra comunque essersi risolto dopo poche ore di intense indagini svolte dalla squadra mobile della questura di Roma, diretti da Giovanna Petrocca e da Francesca Monaldi. La notte scorsa è infatti finito in manette uno dei due presunti responsabili della barbara aggressione, Domenico Bruscella, mentre l’altro, un serbo, è ancora ricercato dalla polizia. Quando è stato fermato la notte scorsa Bruscella, che ha piccoli precedenti per reati contro il patrimonio, è stato ascoltato dal procuratore Italo Ormanni e dal pm Laura Condemi, e avrebbe ammesso di essere entrato nell’appartamento del trans fiorentino insieme a un altro uomo straniero. Probabilmente la vittima e lo straniero si conoscevano e quest’ultimo conosceva Bruscella perché entrambi vivevano in strada.

 

Gli agenti hanno ricostruito quanto accaduto nell’abitazione scandagliando la vita di Stefano Coppi per risalire al suo giro di conoscenze. Un valido contributo, come è stato sottolineato, è stato dato dalla famiglia e dagli amici del trans ucciso che hanno fornito indicazioni utili. La vittima, Stefano Coppi, è stata descritta da tutti come una bravissima persona e con una famiglia e tanti amici. Un’aggressione maturata, a quanto accertato, per rapina. Dall’appartamento dei Parioli, infatti, mancavano un computer, carte di credito e gioielli che, al momento, non sono stati trovati. Partendo proprio dagli oggetti che mancavano dall’abitazione gli investigatori hanno ‘lavorato sulla strada’ per risalire ai presunti responsabili. 

 

A dare l’allarme, intorno all’una di notte, era stato il coinquilino della vittima che lo aveva trovato in una pozza di sangue e ferito alla testa nella camera da letto. Ancora da chiarire come è stato ferito mortalmente il transessuale, ma nell’abitazione è stato trovato un frustino con un manico a forma di teschio, sporco di sangue. Sarà l'autopsia, il cui incarico è stato conferito nel pomeriggio di ieri, a chiarire con certezza, le cause del decesso. Sembra chiaro, però, che la vittima è stata colpita violentemente al volto e alla testa.

 

Per la famiglia di Stefano Coppi, peraltro, a dolore si è aggiunto altro dolore, come fa sapere in una nota l’Arcigay di Roma: "Qualche ora fa la sua famiglia ha contattato Gay Help Lineper raccontare la sua ulteriore tragedia. Al dolore per la sua morte barbara si aggiunge il divieto del comune di Orbetello il paese in cui era cresciuta, di offrirle sepoltura. Rivolgiamo, insieme ai familiari di Stefania, un appello al sindaco di Orbetello, Altero Matteoli perché intervenga per fare in modo che il corpo possa essere seppellito nel paese in cui è cresciuta, come i suoi anziani genitori chiedono. Sarebbe un gesto molto significativo e di apertura verso una persona uccisa in circostanze molto tragiche".