Putin non è più infallibile. La sua corte pensa al dopo. Ecco chi punta al Cremlino

In Russia è già cominciata la partita della successione. Ecco chi sono i favoriti

Vladimir Putin (Ansa)

Vladimir Putin (Ansa)

Domani sarà il suo settantesimo compleanno, ma il presidente russo, Vladimir Putin, ha davvero poco da festeggiare. La guerra in Ucraina è un disastro, con un danno reputazionale che le forze armate faranno molta fatica a ripianare. Mosca internazionalmente è isolata e sta perdendo l’influenza anche su quella parte di spazio sovietico per cui per lungo tempo aveva comunque rappresentato un punto di riferimento. Ciliegina su una torta piuttosto amara da mandare giù, se fino a questo momento l’élite economica del Paese e tutti gli apparati statali che fanno capo al Cremlino avevano mostrato fedeltà alla linea del Capo dello Stato, ora Putin sembra aver perso tutta la sua autorevolezza anche presso i suoi fedelissimi.

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L’attacco frontale del presidente ceceno, Ramazan Kadyrov e del businessman Evgenij Prigozhin, fondatore del gruppo di soldati mercenari Wagner, contro il ministro della Difesa, Sergeij Shoigu, uomo di fiducia del presidente, significa che la corsa alla successione è aperta, anche se è ancora troppo difficile capire quanto potrà durare e soprattutto chi la vincerà. Quel che è certo, è che se prima Vladimir Putin era circondato da un cerchio magico di fedelissimi, adesso per la maggior parte è gente che vuole prendere il suo posto. E che proviene da storie diverse, con apparati che li sostengono diversi.

Il nome più accreditato, secondo molti, è quello di Nikolaij Patrushev, di San Pietroburgo come il presidente, che conosce dagli Anni ’70, anche per il comune passato nel Kgb, il servizio segreto russo. Potentissimo, il suo nome sarebbe accolto in modo positivo da parte dell’intelligence, meno da una parte dell’establishment militare che però, dopo la disfatta in Ucraina, sebbene molte delle colpe siano proprio dei servizi segreti, farà bene a stare zitto. Unico inconveniente della ‘super spia’ del Cremlino è l’età. Per questo alcuni ritengono che, alla fine, potrebbe mandare avanti il figlio maggiore, Dmitrij, che, secondo i bene informati, sarebbe già andato ad accreditarsi a Pechino, giusto per guadagnare tempo.

C’è poi ‘l’eterno secondo’, Dmitrij Medvedev, che ha già servito come presidente della Repubblica per un solo mandato, dal 2008 al 2012, solo perché Putin non poteva ricandidarsi. La sua sarebbe una figura più ‘politica’, in quanto sicuramente più noto all’elettorato rispetto ad altri. In questo senso andrebbe collocata anche la comunicazione dell’ex Capo di Stato divenuta sempre più assertiva, si ritiene proprio in una futura ottica elettorale.

Ci sono poi i vari outsider, a partire dal sindaco di Mosca, Sergeij Sobyanin e l’attuale premier, Mikhail Mishustin, anche se pare che nessuno dei due muoia dalla voglia di entrare in competizione. Il motivo è presto detto: fra le ipotesi che circolano con maggiore insistenza, c’è anche quella della creazione di una ‘troika’, di breve durata, formata dal già citato Patrushev, Alexander Bortnikov, capo dei servizi segreti e dal ministro dell’Interno, Vladimir Kolokoltsev. Saranno comunque loro a decidere chi sarà il sostituto di Putin. E chiunque diventerà presidente dovrà comunque rendere conto a loro e in seconda battuta saper gestire Kadyrov.