Ucraina, tensioni al Cremlino. "Putin sa che non vincerà. L’esercito potrebbe ribellarsi"

Il politologo Védrine: la sproporzione militare con l’Occidente è enorme, Mosca non reggerà. "Lo Zar proverà a negoziare solo quando avrà le spalle al muro. Ma forse lascerà il potere prima"

Parigi, 2 febbraio 2023 - "Putin ha ormai capito che non potrà vincere questa guerra, ma cercherà di negoziare solo quando si troverà con le spalle al muro. Per questo l’Occidente deve continuare a dare armi all’Ucraina. Quanto alle polemiche su un intervento di Zelensky al festival di Sanremo, mi sembrano del tutto pretestuose. Che cosa fareste voi se fosse l’Italia a essere attaccata? Utilizzereste tutti i mezzi e gli spazi possibili per essere ascoltati, compreso un festival di musica". Parla il politologo Olivier Védrine, docente universitario e caporedattore del giornale di opposizione Russian Monitor . Il prossimo 24 febbraio, anniversario dell’attacco russo all’Ucraina, uscirà in Francia Il dopo Putin , libro in cui, con altri esperti, Védrine analizza la situazione tragica in cui verrà a trovarsi la Russia dal punto di vista politico, sociale e militare.

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Perché afferma che Putin non può vincere?

"Perché la sproporzione con l’Occidente è immensa. La Russia ha un prodotto interno lordo equivalente a quello della Spagna, una popolazione di gran lunga inferiore a quelle di Europa e Stati Uniti, un esercito poco motivato, un armamentario che dal punto di vista tecnologico e numerico non può competere coi nostri. È evidente che non potrà reggere a lungo, ed è questo il motivo per cui sta cercando di muoversi in fretta, prima che arrivino in Ucraina gli aiuti militari occidentali. Gli è andata male: aveva puntato sulla passività della Nato e dell’Europa, che invece si sono unite e hanno resuscitato l’alleanza transatlantica".

Quando si deciderà a negoziare?

"Lo farà, se ci sarà ancora lui al comando, quando avrà constatato che non ha altra strada. L’invio massiccio di armi a Kiev serve proprio a questo: ha un valore politico prima ancora che militare. Costituisce la prova che il mondo occidentale non accetta la distruzione dell’Ucraina. Un messaggio che per Putin è un incubo".

Però gli Stati Uniti non vogliono la disfatta della Russia. Perché?

"Perché temono che la disintegrazione della Federazione russa porti alla balcanizzazione dell’Europa: uno scenario terribile che ricorda quello dell’ex Jugoslavia o della Libia".

Quali sarebbero le conseguenze per l’Europa?

"Almeno venti anni di crisi e di guerre, con in più tutti i rischi legati al nucleare. Dove andrebbero a finire quei missili? In quali mani? Con quali obiettivi?".

Dunque siamo in un’ impasse : da una parte Putin non può vincere, dall’altra non vogliamo il caos generato dalla sua sconfitta…

"Non abbiamo molte scelte. E non è detto che il caos non sia già iniziato in Russia. Tutto dipende dall’esercito: potrebbe ribellarsi, come avvenne nel 1917, se continuerà a subire perdite con decine di migliaia di morti e di feriti. In ogni modo è evidente che Putin le proverà tutte: prima di dimettersi, per esempio, potrebbe cercare di mandare al potere uno dei suoi. Si parla molto di Nikolai Patrushev, ex direttore del Fsb e attuale segretario del Consiglio di sicurezza russo".

Potrebbe ricorrere all’arma nucleare?

"Gli ordigni nucleari sono un’arma politica: non servono per vincere una guerra. Putin sa benissimo che non può usarli. Prima di tutto perché la Cina, che non vuole perdere il commercio con gli Stati Uniti e l’Europa, è assolutamente contraria. Poi perché la popolazione russa non vuole rischiare gli effetti collaterali di un conflitto atomico. Infine perché la classe dirigente russa ha i suoi soldi, le sue lussuose residenze e i propri figli in Occidente: l’idea che possano essere colpiti da un missile nucleare lanciato da Mosca non gli piace per niente".

Mandare carri armati e aerei all’Ucraina significa superare la linea rossa, come dice Putin?

"La linea rossa l’ha superata lui quando ha invaso l’Ucraina. E prima ancora, la Crimea".

Non teme che, da una parte o dall’altra, si possa perdere il controllo della situazione? Un dérapage qualsiasi, come insegna la storia, potrebbe scatenare la Terza Guerra mondiale.

"Secondo me la Terza Guerra mondiale ci sarebbe se lasciassimo l’Ucraina nelle mani di Putin. Perché dopo l’Ucraina toccherebbe alla Polonia, agli Stati baltici e via dicendo. Saremmo per forza costretti a reagire".

Decidendo di accettare un negoziato, Putin potrebbe rischiare di perdere non solo il Donbass ma anche la Crimea?

"Direi proprio di sì. Il diritto internazionale impone il ripristino dell’integrità territoriale ucraina. E comunque chi ha detto che i futuri negoziati siano avviati con un Putin ancora al potere?".