Narcos e narciso

Il commento

SE I MITI sopravvivono alla vita degli umani, un motivo ci deve essere. Pensate a quello di Narciso, un giovane talmente bello da far spasimare per lui ogni persona che incontrava. Joaquin “El Chapo” Guzmàn ha fatto molta strada, sino a ritrovarsi al quarantunesimo posto nella classifica Forbes tra gli uomini più potenti del Pianeta. Potere e ricchezza non gli derivano da un impero industriale o finanziario: Joaquin è un narcotrafficante, capo del cartello di Sinaloa. El Chapo è, come tradizione vuole, circondato da spietati guardaspalle. I suoi sono pure geniali al punto di progettare rocambolesche evasioni. L’ultima di queste, avvenuta l’11 luglio scorso, ha dell’incredibile: un tunnel di millecinquecento metri che s’insinua sotto un carcere di massima sicurezza e raggiunge un cunicolo scavato sotto la doccia della cella. Da qui Joaquim si è calato, ha inforcato una rombante motocicletta che correva su binari e ha fatto perdere le sue tracce nel budello scavato dai suoi complici. Una storia degna di un film.

LO DEVE aver pensato anche El Chapo. Anzi, quando dei produttori hanno utilizzato la fuga per farne la trama di un lungometraggio, il boss di Sinaloa ha pensato che non rendesse giustizia alla sua memorabile impresa e si è sbattuto per trovare registi, tecnici e attori che gli rendessero giustizia. Operazione avventata: seguendo le tracce, un gruppo di Seal della marina messicana è giunto sino al suo nuovo nascondiglio e lo ha di nuovo impacchettato. «... Ignorava cosa fosse quel che vedeva, ma ardeva per quell’immagine …», scrive Ovidio nelle sue Metamorfosi: il bel Narciso, chinatosi a bere in uno specchio d’acqua, s’innamorò del suo riflesso e, cercando di afferrare l’immagine, morì di stenti in riva allo stagno.

Così è anche per questi moderni cattivi che turbano le nostre ordinarie vite seminando morte, attentati e terrore: accecati dalla loro stessa boria, non riescono a vedere quando mettono un piede in fallo e cadono nelle trappole tese dal loro narcisistico vivere. Mi auguro che questa volta le sbarre siano abbastanza solide per concedere a boss e cattivi in genere il tempo per valide letture nell’attesa che si compia la pena. Un consiglio? Iniziate dai miti del passato, ottimo insegnamento per viver bene nel presente...