Esplosioni a Beirut, 157 morti e 5mila feriti. Ministro della Salute: "Lasciate la città"

Militari Usa ipotizzano attentato. Proclamato stato d'emergenza per 2 settimane e 3 giorni di lutto nazionale. Governatore: "Danni tra 3 e 5 miliardi di dollari e 250mila senza dimora". Mattarella: "Stretti con affetto ai libanesi". Il Comune di Tel Aviv illuminato con i colori della bandiera libanese. Arrestati i dirigenti del porto

Il porto di Beirut il giorno dopo le esplosioni (Ansa)

Il porto di Beirut il giorno dopo le esplosioni (Ansa)

Beirut, 6 agosto 2020 - A nemmeno un giorno dalle due violente esplosioni di nitrato d'ammonio, avvenute martedì nel porto di Beirut, che hanno devastato la capitale libanese, il bilancio si fa sempre più grave. È salito ad almeno 157 il numero delle vittime e a 5mila quello dei feriti (tra cui un militare italiano). Lo rende noto il canale all news libanese Al Manar TV, che ha citato il governo. Il ministro della Salute libanese Hasan consiglia a chiunque possa di lasciare la città. Hasan invita i cittadini ad abbandonare la capitale libanese, perchè, secondo quanto afferma il ministro, i materiali pericolosi sprigionatisi nell'aria potrebbero avere effetti a lungo termine mortali.  Nel frattempo, il bilancio potrebbe aggravarsi ancora.

FOCUS / Cosa è successo. Tutte le ipotesi sulle cause - SCHEDA / Cos'è il nitrato d'ammonio

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Le operazioni di soccorso, infatti, che sono continuate per tutta la notte di martedì, stanno proseguendo alla ricerca di oltre 100 persone disperse dopo l'esplosione di ieri, secondo quanto riferito questa mattina il governatore di Beirut, Marwan Abboud. Tra loro, riportata il Daily Star, ci sarebbero anche diversi vigili del fuoco. I soccorritori libanesi stanno cercando "in mare" e "sotto le macerie" i corpi di eventuali ulteriori vittime delle due potenti esplosioni, mentre il capo della Croce Rossa libanese ammette che non si è mai sentito prima "così impotente" di fronte a una tragedia di queste dimensioni.  "E' la prima volta che vediamo gli ospedali dire 'non possiamo più ricevere' feriti", ha detto all'emittente locale LBCI il segretario generale della Croce Rossa libanese, George Katanah. "Le operazioni di ricerca proseguono - ha continuato - ma la situazione è drammatica. E' la prima volta che ci sentiamo impotenti". Da parte sua il capo della Difesa Civile, Raymon Khattar, interpellato da LBCI, ha detto che "le nostre squadre stanno cercano le vittime al mare", e anche "sotto le macerie" spiegando che la sua struttura "ha urgente bisogno di ingegneri e bulldozer perchè diverse strutture sono in pericolo di crollo".

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Intanto, proseguono le indagini su quanto accaduto. Le autorità libanesi, che hanno invitato chi può a lasciare la città a causa dell'aria tossica, hanno al momento ammesso che le deflagrazioni sono avvenute in un deposito nei pressi del porto, dov'erano custodite 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, confiscate anni fa a contrabbandieri. Una sostanza pericolosissima che è deflagrata forse per le scintille sprigionatesi durante un'operazione di saldatura nel magazzino. E' stato proclamato lo stato d'emergenza per due settimane e ieri il presidente libanese Michel Aoun ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale al termine della riunione del Consiglio di difesa, durante il quale il premier Hassan Diab ha definito "inaccettabile che un carico di nitrato di ammonio, stimato in 2.750 tonnellate, sia stato presente per sei anni in un deposito, senza misure di precauzione". Nel frattempo, il quotidiano britannico Evening Standard sostiene che la tragica esplosione di ieri sera sarebbe stata causata da una saldatrice, che stava operando pericolosamente vicino al deposito, dove erano custodite ingenti quantità di nitrato di ammonio, sequestrate da una nave mesi fa. 

Questa sera intanto la facciata del Comune di Tel Aviv in Piazza Rabin sarà illuminata con i colori della bandiera libanese. Lo ha annunciato il sindaco Ron Huldai. "L'umanità - ha scritto su twitter - viene prima di ogni conflitto e i nostri cuori sono con il popolo libanese in questo terribile disastro".

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Arrestati i dirigenti del porto

Il Libano ha posto tutti gli ufficiali dell'autorità portuale  agli arresti domiciliari in attesa di un'indagine sull'esplosione di ieri. La decisione è stata presa durante una riunione d'emergenza del governo.  L'esercito libanese, riferisce la Bbc, supervisionerà gli arresti domiciliari mentre le indagini saranno in corso. 

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"Danni tra 3 e 5 miliardi di dollari"

"Beirut non ha mai visto niente di simile prima, è una città distrutta, gente che giace per le strade, danni ovunque". Questo lo scenario apocalittico descritto dal governatore della capitale libanese, Marwan Abboud. I danni causati dalle due potenti esplosioni "sono tra 3 e 5 miliardi di dollari americani e forse di più", ha riferito il governatore. E ha aggiunto: "Centinaia di famiglie, circa  200-250 mila persone, hanno lasciato la loro case e ora sono senza dimora", sottolineando l'impegno dei pompieri per domare il fuoco che hanno "perso 10 elementi". I soccorritori sono al lavoro per fornire rifugi, cibo e acqua ai sopravvissuti e il sindaco della città, Jamal Itani, ha riferito che è stato creato un numero verde e le autorità lavoreranno per aiutare gli abitanti che hanno perso l'abitazione. Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa statale NNA, la violenta esplosione ha anche danneggiato il 90% degli hotel della capitale libanese.

I danni causati dalle esplosioni a Beirut (Ansa)

"Serve aiuto internazionale"

"Abbiamo stilato liste di aiuti e le abbiamo inviate a diversi Paesi: gli ospedali da campo saranno una soluzione adeguata e rapida perchè i nostri depositi sono stati gravemente danneggiati", lo ha detto oggi il ministro della Salute Hamad Hassan, chiedendo l'aiuto alla comunità internazionale per far fronte all'emergenza causata dalle due potenti esplosioni che hanno devastato Beirut. In una dichiarazione all'emittente LBCI, il ministro ha rimarcato l'impellente necessità di ricevere aiuti: "Abbiamo bisogno di ogni cosa per soccorrere i feriti e le vittime: qui manca praticamente manca ogni cosa". Hassan ha affermato inoltre che "le sostanze pericolose sprigionatesi nell'aria dopo le deflagrazioni potrebbero avere effetti a lungo termine mortali". 

Esplosione a Beirut, il giorno dopo (Ansa)

Tre ospedali distrutti

Tre ospedali di Beirut sono stati "completamente distrutti" e altri due "parzialmente distrutti" dalle devastanti esplosioni di ieri nella capitale libanese. Lo ha confermato ad al-Jazeera Mirna Doumit, presidente dell'Ordine degli infermieri di  Beirut. "Abbiamo dovuto trasferire i pazienti in altri ospedali - ha detto -. Altri due ospedali sono parzialmente distrutti. E' una catastrofe".  Dopo le esplosioni di ieri, gli ospedali di Beirut sono entrati immediatamente in crisi, investiti dall'ondata immane di feriti. In uno solo di questi, l'Hotel Dieu, sono giunte 500 persone bisognose di cure urgenti. Si sono moltiplicati gli appelli alla donazione di sangue e al rientro immediato in servizio di tutti i medici e infermieri. Nel distretto di Gemmayze, il personale medico è stato costretto a curare i pazienti in un parcheggio. Altri ospedali hanno segnalato carenze di medicinali fondamentali, compresi gli antibiotici.

Operazioni di soccorso a Beirut (Ansa)

"Grano nei magazzini portuali non utilizzabile"

Il ministro dell'Economia libanese, Raoul Nehme, ha detto ai media locali che il grano tenuto nei magazzini portuali di Beirut non può essere usato e che il ministero ha perso le tracce di sette impiegati nei granai. Il ministro ha comunque assicurato che il Paese ha attualmente abbastanza grano, mentre il quotidiano Al Akhbar riferisce che il Libano dispone di scorte di grano sufficienti per un mese e mezzo che dovrebbero scongiurare il pericolo di una crisi alimentare. Il silos nel porto di Beirut, con una capacità di 120 mila tonnellate, era quasi vuoto al momento dell'esplosione, ha rivelato al quotidiano Ahmed Hatteet, direttore del sindacato degli importatori di grano, aggiungendo che quattro navi che trasportavano 28 mila tonnellate di grano non sono state in grado di attraccare al porto. Gli importatori di grano incontreranno oggi il ministro dell'Economia Raoul Nehme per valutare la situazione. Intanto, il porto di Tripoli, nel Nord, sarà il principale centro di spedizioni del Paese, ha annunciato il ministro dei Lavori Pubblici, Michel Najjar. Il governo sta valutando le funzionalità del porto di Tripoli e di altri porti, ha riferito il governatore all'emittente televisiva Lbci.

Beirut, due violente esplosioni al porto (Ansa)

Trump: "Un terribile attacco"

"Sembra un terribile attacco". Si è espresso così Donald Trump dalla Casa Bianca a qualche ora dalle devastanti esplosioni, che ieri hanno riportato il terrore a Beirut con decine di morti e migliaia di feriti. Ma tre fonti del Dipartimento della Difesa - coperte da anonimato - hanno poi riferito alla Cnn di non aver visto indicazioni sulla possibilità che le terribili esplosioni siano frutto di un attacco. Ma il presidente è smentito da fonti del Pentagono lo smentiscolno secondo quanto riporta la Cnn: "Nessun attentato".

Violente esplosioni a Beirut (Ansa)

Militare italiano ferito: "Condizioni non gravi"

Sta bene il militare italiano rimasto ferito dalle esplosioni di ieri nella capitale libanese. "A Roberto e alla sua famiglia vada l'abbraccio di tutta la comunità bitontina e pugliese", è quanto scrive in un post pubblicato su Facebook Michele Abbaticchio, sindaco di Bitonto (Bari) paese in cui risiede il Roberto Caldarulo, il militare italiano. "Non riesco neanche a immaginare cosa abbiano provato e quali devastanti ricordi resteranno nella memoria di questo terribile evento", aggiunge il primo cittadino e conclude: "Vi siamo vicini". Caldarulo ha 40 anni e vive nella frazione bitontina di Palombaio con la sua famiglia. E' un caporal maggiore e ha una lunga esperienza in aree di crisi. Le sue condizioni non sono gravi.

Il porto di Beirut dopo le esplosioni (Ansa)

Papa: "Impegno comunità internazionale per superare grave crisi"

Le sorti del Libano e della sua popolazione sono al centro delle preoccupazioni di Papa Francesco, dopo le fortissime esplosioni che ieri nella capitale Beirut hanno causato oltre un centinaio di morti e migliaia di feriti. Al termine dell'udienza generale dal palazzo Apostolico in Vaticano, il Pontefice esorta i fedeli alla preghiera; la comunità internazionale all'impegno attivo e alla solidarietà; e tutte le componenti della società libanese, da quelle politiche a quelle religiose, a compattarsi per affrontare insieme la crisi profonda che attraversa il Paese. "Preghiamo per le vittime e per i loro familiari e preghiamo per il Libano - è l'invito del Papa -, affinché con l'impegno di tutte le sue componenti sociali, politiche e religiose, possa affrontare questo momento così tragico e doloroso e, con l'aiuto della comunità internazionale, superare la grave crisi che sta attraversando".

Il porto di Beirut dopo l'esplosione (Ansa)

Mattarella: "Ci stringiamo con affetto all'amico popolo libanese"

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al presidente della Repubblica Libanese, Michel Aoun, un messaggio nel quale esprime "profonda tristezza" per la notizia delle esplosioni verificatesi a Beirut nelle ultime ore.  Nel farmi interprete dei sentimenti di vicinanza e solidarietà del popolo italiano, desidero farLe pervenire le espressioni del più sentito cordoglio dell'Italia tutta e porgerLe, anche a nome mio personale, le più sincere condoglianze - scrive il Capo dello Stato -. In questa dolorosa circostanza ci stringiamo con affetto all'amico popolo libanese. Il nostro pensiero va alle numerosissime vittime della terribile tragedia e alle loro famiglie, mentre con viva speranza auguriamo ai feriti un pronto e completo ristabilimento".

Il risveglio di Beirut: la capitale libanese devastata dalle esplosioni (Ansa)

Sassoli: "Ue pronta a offrire sostegno"

"Scioccato dai tragici eventi di  Beirut. I nostri pensieri sono per quanti sono morti e sono rimasti feriti nell'esplosione, per le loro famiglie e per i soccorritori in prima linea. L'Unione europea esprime solidarietà ed è pronta a offrire sostegno in queste ore difficili". Così il presidente dell'europarlamento, David Sassoli, in un messaggio su Twitter.

Gli aiuti dai Paesi

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Il presidente libanese Michel Aoun ha fatto appello a tutti i paesi amici di "fare presto" ad inviare aiuti al suo Paese dopo le due potenti esplosioni. Il presidente francese, Emmanuel Macron, sarà domani in visita in Libano, dopo la devastante doppia esplosione di ieri a Beirut. Lo ha riferito l'Eliseo, aggiungendo che il presidente incontrerà "tutti gli attori politici". Intanto la Francia ha annunciato l'invio a Beirut di due aerei cargo con 15 tonnellate di aiuti, personale medico e un'unità medica mobile. Questo dovrebbe aiutare a curare circa 500 vittime della devastante doppia esplosione. Il presidente Emmanuel Macron ha sottolineato che militari francesi di stanza nel Paese da ieri stanno aiutando nelle operazioni. Anche la Giordania ha annunciato l'invio di un ospedale da campo con tutto il personale necessario, per aiutare gli istituti locali al collasso, mentre l'Egitto ne ha già aperto uno per ricevere i feriti e da Praga arriverà una squadra di 37 soccorritori con cani per individuare sopravvissuti e vittime sotto le macerie.