di Tommaso Carmignani  Agli azzurri manca il gol. O meglio, mancano i gol degli attaccanti. Delle nove reti messe a segno fin qui in campionato, soltanto tre portano la firma dei giocatori che sono soliti occupare il ruolo di terminali offensivi. Uno lo ha segnato Satriano, uno Lammers e uno Destro. Guai però a pensare che il problema degli azzurri sia legato alla manovra o ai singoli giocatori, perché tutte le statistiche dicono che la formazione di mister Zanetti ha un modo di sviluppare il gioco che la porta spesso ad avvicinarsi alla porta avversaria. E, soprattutto, a calciare. In nove partite l’Empoli ha tirato verso la porta avversaria per un totale di 124 volte, di cui 38 nello specchio. Gli azzurri si trovano al dodicesimo posto di questa speciale classifica e delle squadre che lottano come loro per non retrocedere solo Cremonese e Bologna fanno meglio. Destro e compagni hanno anche una discreta capacità di centrare la porta, visto che la percentuale di conclusioni nello specchio a fronte di quelle totali è di poco superiore al 30 per cento ed è, anche qui, tra le migliori se prendiamo in esame le squadre che lottano per salvarsi. La Cremonese di cui sopra, tanto per intendersi, ha questa percentuale intorno al 23 per cento, cioè poco più di due tiri su dieci finiscono nello specchio. Tutto questo, però, non si traduce in altrettanta pericolosità. La percentuale degli expected gol, cioè quel dato che misura le reti che sarebbero dovute arrivare in relazione alle azioni create – e ai tiri verso la porta effettuati – dice infatti che gli azzurri avrebbero dovuto realizzare al massimo un gol in più rispetto ai nove che hanno segnato. Questo cosa significa? Che i tiri, anche se scoccati verso lo specchio, non sempre si rivelano particolarmente pericolosi e che le azioni potenzialmente da gol spesso terminano sul più bello. Questo trova conferma anche in un altro dato, quello delle giocate che si esauriscono con un tiro: sono 190, molte di più rispetto a tante dirette rivali. Ma se prendiamo la stessa statistica in relazione non più alle azioni che terminano con un tiro, ma a quelle che generano realmente un’occasione da rete, il dato scende a 12 ed è migliore soltamente di Hellas Verona, Sampdoria e Spezia. E’ qui che deve assolutamente migliorare la formazione azzurra.

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di Tommaso Carmignani

Agli azzurri manca il gol. O meglio, mancano i gol degli attaccanti. Delle nove reti messe a segno fin qui in campionato, soltanto tre portano la firma dei giocatori che sono soliti occupare il ruolo di terminali offensivi. Uno lo ha segnato Satriano, uno Lammers e uno Destro. Guai però a pensare che il problema degli azzurri sia legato alla manovra o ai singoli giocatori, perché tutte le statistiche dicono che la formazione di mister Zanetti ha un modo di sviluppare il gioco che la porta spesso ad avvicinarsi alla porta avversaria. E, soprattutto, a calciare. In nove partite l’Empoli ha tirato verso la porta avversaria per un totale di 124 volte, di cui 38 nello specchio. Gli azzurri si trovano al dodicesimo posto di questa speciale classifica e delle squadre che lottano come loro per non retrocedere solo Cremonese e Bologna fanno meglio. Destro e compagni hanno anche una discreta capacità di centrare la porta, visto che la percentuale di conclusioni nello specchio a fronte di quelle totali è di poco superiore al 30 per cento ed è, anche qui, tra le migliori se prendiamo in esame le squadre che lottano per salvarsi. La Cremonese di cui sopra, tanto per intendersi, ha questa percentuale intorno al 23 per cento, cioè poco più di due tiri su dieci finiscono nello specchio.
Tutto questo, però, non si traduce in altrettanta pericolosità. La percentuale degli expected gol, cioè quel dato che misura le reti che sarebbero dovute arrivare in relazione alle azioni create – e ai tiri verso la porta effettuati – dice infatti che gli azzurri avrebbero dovuto realizzare al massimo un gol in più rispetto ai nove che hanno segnato. Questo cosa significa? Che i tiri, anche se scoccati verso lo specchio, non sempre si rivelano particolarmente pericolosi e che le azioni potenzialmente da gol spesso terminano sul più bello. Questo trova conferma anche in un altro dato, quello delle giocate che si esauriscono con un tiro: sono 190, molte di più rispetto a tante dirette rivali. Ma se prendiamo la stessa statistica in relazione non più alle azioni che terminano con un tiro, ma a quelle che generano realmente un’occasione da rete, il dato scende a 12 ed è migliore soltamente di Hellas Verona, Sampdoria e Spezia. E’ qui che deve assolutamente migliorare la formazione azzurra.

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Tiri, assist e potenziali azioni da gol Agli azzurri manca la concretezza

La formazione di Zanetti segna poco in relazione a ciò che crea: il problema è negli ultimi trenta metri. Ma la capacità di sviluppare la manovra in maniera potenzialmente pericolosa non manca. Lo dicono i dati

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