"Sono qui per farmi notare e tornare in B"

Pontedera, parla Petrovic, il nuovo attaccante: "Vengo da una stagione in cui ho realizzato un solo gol e quindi ho bisogno di giocare e segnare"

Ha compiuto 23 anni da pochi mesi (11 marzo) ma oltre ad essere un poliglotta (parla quattro lingue: croato, inglese, tedesco e italiano) è già un giramondo del pallone. Come il padre Vladimir, oggi cinquantenne, che da calciatore ha toccato i massimi campionati europei in Francia, nel Tolosa, e in Croazia, nella Dinamo Zagabria, per poi spostarsi prima in Israele al Beitar Gerusalemme e addirittura in Cina, al Qingdao Hainiu, mentre ora allena il Kapfenberg, seconda divisione austriaca. E’ nella parentesi francese (1998-2001) che nasce Tomi Petrovic, secondo di tre figli e unico maschio, nuovo attaccante del Pontedera (sabato a Ferrara era assente a causa di un affaticamento) ma fino al 2025 di proprietà del Pordenone, che dopo aver giocato nelle giovanili della Dinamo Zagabria, qui in Italia ha già vestito le maglie di Entella, Rimini, Pro Vercelli, Lucchese e Lecco.

Attaccante come il padre dunque.

"Sì, anche se con caratteristiche diverse. Lui era più veloce e rapido, io invece sono più alto e la mia forza è la palla al piede, il dribbling. Sono più una seconda punta, attacco gli spazi e vado al tiro. Il colpo di testa però non è la mia specialità. Di testa segno poco, anche se l’unico gol realizzato in B quando giocavo con l’Entella, l’ho fatto proprio di testa, all’Ascoli. Avevo 19 anni ed è stata un’emozione unica".

Nonostante questo però a metà stagione è di nuovo sceso in C, a Lucca, dove ha segnato 4 reti, il massimo per lei.

"Nella Lucchese avevo iniziato bene, poi però mi sono fermato. Purtroppo mi succede spesso di fare così. E’ una questione mentale. Ma ora sono cresciuto e sono convinto di fare bene".

A Pontedera viene per…?

"Per avere la possibilità di farmi notare e tornare in B, magari al Pordenone, sperando che vinca il campionato".

Perché non è rimasto là?

"Perché avrei avuto poco spazio. Vengo da una stagione a Lecco in cui ho segnato un solo gol e quindi ho bisogno di giocare e segnare e Pontedera la vedo come la giusta opportunità, a 23 anni, per esplodere. Anche se so che la maglia da titolare prima la devo conquistare e poi la devo mantenere".

Lo sa che l’anno scorso sempre dal Pordenone era arrivato in prestito, come lei adesso, un certo Magnaghi e che se ne è andato lasciando un...ricordo di 16 reti?

"Sì, lo sapevo, anche se non lo conosco personalmente. Ma so che qui ha fatto bene anche Magrassi, che era all’Entella. Io spero di seguire le loro orme e, se possibile, fare ancora meglio". Quali sono i suoi obiettivi? "Il mio personale è arrivare a segnare in doppia cifra, come squadra entrare nei play off. Siamo un gruppo giovane ma che ha dei valori e secondo me possiamo farcela".

Stefano Lemmi