"Ora giochiamoci l’ultima chance"

Pietro Accardi: "Col Cosenza sconfitta inspiegabile, ma i ragazzi dovranno trasformare la delusione in rabbia".

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di Tommaso Carmignani

Una sconfitta difficile da spiegare e un play-off che l’Empoli fa ancora in tempo ad agguantare, sebbene non dipenda più soltanto dagli azzurri. Il diesse Pietro Accardi dice la sua dopo la pesantissima debacle col Cosenza, lo fa alla viglia degli ultimi 90’ di campionato. "Capisco il malumore dei tifosi – dice – ma dobbiamo cogliere il fatto di avere un’opportunità. Il caso ha voluto che pur facendo una prestazione quasi inspiegabile ci sia ancora la possibilità di andare ai play-off".

E’ però impossibile che non vi siate dati una spiegazione per il 5-1 in casa: qual è?

"Più volte ho usato la parola inspiegabile proprio per come è maturata la sconfitta. I giocatori erano i primi a essere rammaricati e dispiaciuti. Se a Salerno ci fosse stata una prestazione negativa allora avremmo pensato a un periodo, ma così è difficile da analizzare e capire. Alla fine crediamo che sia più doveroso concentrarsi sul Livorno".

Sentite di dovervi scusare coi tifosi?

"Abbiamo preso coscienza di quello che è successo. Nessuno vorrebbe giocare così, sicuramente siamo dispiaciuti nei confronti di tifosi e ambiente ma i primi a esserci rimasti male sono stati proprio i ragazzi".

Il post Covid sta influendo sulla stagione?

"Stiamo gestendo una situazione anomala. Se qui si pensa che questo sia il calcio che abbiamo sempre vissuto, si sbaglia di grosso. Il lockdown ha lasciato il segno a livello fisico e psicologico, è una cosa alla quale nessuno era abituato e tutti, anche in serie A, lo hanno pagato con una serie di alti e bassi".

Gli arbitri, poi il Covid: così si rischia di dare alibi alla squadra...

"Non ho mai fatto un’intervista in cui davo delle giustificazioni. Oggi dipende da noi e anche dagli altri, ci sono tanti scontri diretti e dobbiamo vedere cosa capita sugli altri campi. Noi continuiamo a crederci cercando di trasformare la rabbia in convinzione".

Poca condizione, tanti gol presi, giocatori sottotono: a febbraio non accadeva, ora sì. Perchè?

"Difficile capirlo. Ogni tre giorni cambia tutto. Sull’aspetto mentale influiscono tanti fattori, ma come accennato questo è un calcio diverso".

Accardi ancora al centro del mirino: ha mai pensato di mollare?

"Non sono mai stato una persona che scappa davanti alle difficoltà, anzi mi piace affrontarle. Altrimenti non farei questo lavoro. Accetto le critiche e cerco di ribaltarle, l’unico modo è attraverso il lavoro. Ho le mie colpe e non mi sono mai nascosto, ma non mollo e prima dei processi voglio pensare al Livorno".