Marino-Frosinone, voglia di rivincita

Il tecnico sfiorò la promozione coi ciociari nel 201617, ma quel play-off col Carpi non gli fu perdonato.

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di Tommaso Carmignani

Giudicati per una partita. Ne sa qualcosa Aurelio Andreazzoli, che si presentò ad Empoli con l’etichetta del collaboratore tecnico rimasto tale per colpa di un derby di Coppa Italia perso con la Lazio. La sua Roma, quando si trattò di sostituire Zeman, concluse la stagione in maniera più che dignitosa, ma quando nella Capitale perdi quella partita tutto il resto passa in secondo piano. Ecco, una situazione simile l’ha vissuta Pasquale Marino a Frosinone. Il tecnico siciliano aveva quasi riportato i ciociari in serie A dopo un solo anno di purgatorio, ma è stato proprio quel quasi a fregarlo.

Siamo nella stagione 201617 e i gialloazzurri sono in lotta col Verona per la seconda posizione dietro la Spal. Quello di Marino, fino a poche giornate dalla fine, è un cammino praticamente perfetto. Succede qualcosa nell’ultimo periodo, il Frosinone rallenta, ma all’atto pratico concluderà la stagione regolare con gli stessi punti degli scaligeri. A spedire il tecnico siciliano ai play-off sarà la differenza reti, un po’ come vincere 2-0 e vedersi rimontati allo scadere, salvo perdere ai rigori. I rigori, in questo caso, saranno la semifinale di ritorno col Carpi, una gara incredibile persa dal Frosinone al Matusa con gli avversari in doppia inferiorità numerica. E’ la partita che in un colpo solo cancella tutta la stagione disputata fin lì da Marino e i suoi, perché il calcio si sa, non guarda in faccia a nessuno e, soprattutto, non rende merito. E cosi, tra la contestazione generale dei tifosi e lo sgomento di una piazza che si credeva già promossa, l’allenatore di Marsala viene indicato come il principale responsabile, invitato a prendersi le sue colpe e a dimettersi.

Quella di venerdì, per l’allenatore azzurro, non sarà insomma una gara qualsiasi, perché avrà di nuovo a che fare con una squadra ed una piazza che certamente hanno lasciato dentro di lui un segno profondo. Col Frosinone avrebbe potuto ritrovare quella serie A che gli manca da tempo, la stessa che adesso vuole conquistare con l’Empoli. Per rimettersi in pista dopo quell’esperienza ci ha messo due anni, ma la sensazione è che Marino non sia un tipo troppo sensibile ai ricordi. Uno come lui sa benissimo come funziona il mondo del calcio, ma forse, sotto sotto, un pizzico di voglia di rivalsa potrebbe averla. Perché nessuno merita di essere giudicato per una partita, né tantomeno trattato da capro espiatorio.