di Ilaria Masini    Strade diverse per lo stesso obiettivo: la salvezza. Dopo l’undicesima giornata di serie A il dato che appare evidente, dall’analisi dei risultati fra l’Empoli dello scorso anno targato Andreazzoli e quello attuale sotto la guida di Paolo Zanetti, è il numero dei pareggi ottenuti ovvero già 5 in questa stagione. Lo scorso anno, dopo l’undicesima giornata, gli azzurri invece non aveva mai ottenuto il segno X. Risultato uscito invece alla dodicesima contro il Genoa. Per Andreazzoli fino a quel momento erano arrivate 5 vittorie e 6 sconfitte mentre per Zanetti ci sono stati 2 successi, 5 pareggi e 4 sconfitte (tutte contro le formazioni blasonate, tranne a La Spezia alla prima uscita). Alla fine i punti sono 15 contro 11 ma la formazione di Andreazzoli, dopo una partenza sprint, ha vissuto la seconda parte della stagione in modo più problematico.  Dal punto di vista delle reti, all’undicesima giornata lo scorso anno erano state realizzate 16 reti e incassate 21 mentre quest’anno quelle subìte sono 15 (nonostante il poker della Juve) ma soltanto 9 quelle insaccate. Cammino diverso ma filosofia di base non poi molto differente. Appena arrivato alla guida dell’Empoli, Zanetti ha sottolineato l’eredità preziosa lasciata dal suo predecessore. Gli interpreti sono diversi ma la filosofia, appare la stessa con la ricerca della propria identità cercando comunque il gioco, possesso e palla a terra. Sistema simile ad esempio anche al Sassuolo di Dionisi e all’Udinese di Sottil. Certo serve anche molto equilibrio, l’idea di gioco e ancora più la qualità dei giocatori presenti in rosa. Il modulo è simile, fra 4-3-2-1 e il 4-3-1-2 con la ricerca del palleggio e del gioco.  Basti pensare alla tesi presentata dal tecnico Zanetti alla fine del Master allenatori a Coverciano, tutta improntata sulla dinamicità del concetto di gioco e l’elasticità nella strategia della gara. Il resto poi dipende dall’atteggiamento dei protagonisti in campo e in questo la formazione attuale non ha mai "tradito", tranne l’ultima parte della gara di Torino contro la Juventus dove sono crollate la concentrazione e la ferocia. Adesso si presentano altre quattro sfide, due contro big e cioè Atalanta alla prossima e il Napoli in trasferta l’8 novembre, una gara alla portata come potrebbe essere quella contro il Sassuolo al "Castellani" il 5 novembre e infine la sfida con la Cremonese che è ancora alla ricerca della prima vittoria in questa serie A. Poi la lunga sosta per il Mondiale, periodo in cui tutto può cambiare e sarà come riazzerare preparazione e condizione. Ed è a quel punto che sarà necessario farsi trovare pronti, in condizione fisica e con un’identità sempre maggiore. Con una parola d’ordine: continuità.

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di Ilaria Masini 
 
Strade diverse per lo stesso obiettivo: la salvezza. Dopo l’undicesima giornata di serie A il dato che appare evidente, dall’analisi dei risultati fra l’Empoli dello scorso anno targato Andreazzoli e quello attuale sotto la guida di Paolo Zanetti, è il numero dei pareggi ottenuti ovvero già 5 in questa stagione. Lo scorso anno, dopo l’undicesima giornata, gli azzurri invece non aveva mai ottenuto il segno X. Risultato uscito invece alla dodicesima contro il Genoa. Per Andreazzoli fino a quel momento erano arrivate 5 vittorie e 6 sconfitte mentre per Zanetti ci sono stati 2 successi, 5 pareggi e 4 sconfitte (tutte contro le formazioni blasonate, tranne a La Spezia alla prima uscita). Alla fine i punti sono 15 contro 11 ma la formazione di Andreazzoli, dopo una partenza sprint, ha vissuto la seconda parte della stagione in modo più problematico.
 Dal punto di vista delle reti, all’undicesima giornata lo scorso anno erano state realizzate 16 reti e incassate 21 mentre quest’anno quelle subìte sono 15 (nonostante il poker della Juve) ma soltanto 9 quelle insaccate. Cammino diverso ma filosofia di base non poi molto differente. Appena arrivato alla guida dell’Empoli, Zanetti ha sottolineato l’eredità preziosa lasciata dal suo predecessore. Gli interpreti sono diversi ma la filosofia, appare la stessa con la ricerca della propria identità cercando comunque il gioco, possesso e palla a terra. Sistema simile ad esempio anche al Sassuolo di Dionisi e all’Udinese di Sottil. Certo serve anche molto equilibrio, l’idea di gioco e ancora più la qualità dei giocatori presenti in rosa. Il modulo è simile, fra 4-3-2-1 e il 4-3-1-2 con la ricerca del palleggio e del gioco. 
Basti pensare alla tesi presentata dal tecnico Zanetti alla fine del Master allenatori a Coverciano, tutta improntata sulla dinamicità del concetto di gioco e l’elasticità nella strategia della gara. Il resto poi dipende dall’atteggiamento dei protagonisti in campo e in questo la formazione attuale non ha mai "tradito", tranne l’ultima parte della gara di Torino contro la Juventus dove sono crollate la concentrazione e la ferocia. Adesso si presentano altre quattro sfide, due contro big e cioè Atalanta alla prossima e il Napoli in trasferta l’8 novembre, una gara alla portata come potrebbe essere quella contro il Sassuolo al "Castellani" il 5 novembre e infine la sfida con la Cremonese che è ancora alla ricerca della prima vittoria in questa serie A. Poi la lunga sosta per il Mondiale, periodo in cui tutto può cambiare e sarà come riazzerare preparazione e condizione. Ed è a quel punto che sarà necessario farsi trovare pronti, in condizione fisica e con un’identità sempre maggiore. Con una parola d’ordine: continuità.

La parola d’ordine è la regolarità  Zanetti sa far punti e pareggiare    

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La parola d’ordine è la regolarità Zanetti sa far punti e pareggiare

La sconfitta di Torino può essere un incidente di percorso: il cammino è simile a quello di un anno fa. Andreazzoli aveva più punti (15 contro 11), ma la sua squadra incappava più spesso nei passi falsi

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