Il mondo Uisp s’adegua ma si sente penalizzato

Dopo tutti i sacrifici fatti per rispondere alle richiese di sicurezza, il nuovo stop è difficile da accettare per chi sente di avere anche una funzione sociale

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In seguito all’ultimo DPCM anche il comitato UISP Empoli-Valdelsa ha sospeso fino al 24 novembre le competizioni ed eventi sportivi, mettendosi a disposizione di dirigenti e sportivi per chiarire qualsiasi dubbio: basta contattare lo 0571 711533 o inviare una mail a [email protected].

"Siamo punto e a capo. Dopo essere stati chiusi da marzo a giugno – commenta Alessandro Scali, presidente del comitato di Via XI Febbraio – abbiamo riaperto timidamente, investendo soldi, tempo ed energie per mettere a norma i nostri impianti e consentire agli sportivi di iniziare in sicurezza le proprie attività preferite. Un mondo intero, fatto da decine di migliaia di associazioni e società sportive, milioni di sportivi, quasi tutti dilettanti o amatori, migliaia di impianti per lo più pubblici, si era fermato per un tempo che è sembrato interminabile, ma si era anche rimesso in moto".

"Durante l’estate – continua Scali – abbiamo creduto di vedere la luce in fondo al tunnel. Abbiamo fatto tutto quello che ci era stato chiesto e i nostri sforzi sono stati validati anche dai NAS, che da una settimana hanno setacciato tantissime palestre e piscine in tutta Italia, rilevando che il sistema rispetta le regole e che ha funzionato, anche se ci saranno state certamente delle eccezioni. Chi ha fatto sport in Italia da giugno in qua, l’ha fatto in un luogo sicuro, o comunque molto più sicuro di altri contesti che, per loro natura, non possono esserlo altrettanto".

"Ma, alla fine, questo è il risultato: nuovo lockdown per il sistema sportivo dilettantistico – riprende il dirigente – il governo, a discapito delle evidenze, ha deciso che lo sport è una pratica rischiosa per la diffusione del Covid. Rispetteremo le regole che ci sono imposte, ovviamente come da nostra abitudine, ma non ci stiamo. Non ci stiamo ad accettare passivamente che lo sport dilettantistico sia una pratica non necessaria, come qualcuno l’ha definita, e quindi sacrificabile. Non ci stiamo ad accettare passivamente che, per l’ennesima volta, si anteponga il professionismo al dilettantismo, sacrificando il secondo a vantaggio del primo, quando nelle ultime settimane è stato proprio quest’ultimo a dare gli esempi peggiori".

"Lo sport, quello di base soprattutto, non è solo diletto e passatempo, come la politica trasversalmente lo considera, ma ha un evidente ruolo sociale, è efficace nel preservare un buon livello di salute e contribuisce a mantenere coese le nostre comunità, soprattutto nei momenti più difficili – aggiunge Scali – come queesto, muove economie e crea opportunità di lavoro. Allo Stato costa pochissimo e dona molto, ma quando servono decisioni drastiche è il primo ad essere sacrificato".

"Questo mondo è sull’orlo del collasso, economico e organizzativo – conclude Scali – anche se il Governo ha promesso risorse. Vedremo, abbiamo fiducia nelle istituzioni come sempre, ma la fiducia non può essere infinita. Passerà la nottata. Nel frattempo, c’è una riforma dello sport alle porte. Cominceremo da lì, a vedere se la tanto decantata pari dignità tra sport professionistico e dilettantistico, che si traduce in equità nelle distribuzione delle risorse pubbliche, sarà tale solo a parole o se, nonostante tutto, saremo condannati ad essere la cenerentola del sistema".