Empoli batticuore, impresa sfiorata a San Siro

La truppa di Andreazzoli va sotto, poi si rialza e sorprende l’Inter. Ranocchia nel finale e Sensi ai supplementari evitano il blitz

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INTER (3-5-2): Radu; D’Ambrosio, Ranocchia, Dimarco; Dumfries, Gagliardini (32’ st Dzeko), Vidal (18’ st Barella), Vecino (18’ st Chalanoglu), Darmian (18’ st Perisic); Lautaro (3’ pts Sensi), Correa (2’ pt Sanchez). A disposizione: Handanovic, Cordaz, De Vrij, Kolarov, Skriniar, Bastoni. Allenatore: Simone Inzaghi.

EMPOLI (4-3-1-2): Furlan; Fiamozzi (25’ st Stojanovic), Viti, Romagnoli, Marchizza (40’ st Ismajli); Asllani (7’ pts Fazzini), Stulac, Bandinelli (1’ st Ricci); Zurkowski (1’ st Henderson); Pinamonti (1’ st Bajrami), Cutrone. A disposizione: Ujkani, Vicario, Damiani, Tonelli, Rizza. Pezzola. Allenatore: Aurelio Andreazzoli.

Arbitro: Sacchi di Macerata.

Marcatori: 12’ pt Sanchez, 16’ st Bajrami, 30’ st Radu aut., 45’ st Ranocchia, 4’ pts Sensi.

Note: Spettatori 5mila circa.

MILANO. Peccato, peccato, e ancora peccato. Perché quella che doveva essere una noiosa e apatica serata di Coppa diventa una delle gare più belle e maledettamente sofferte degli ultimi anni. Non che la competizione sponsorizzata da Frecciarossa sia un obiettivo stagionale, ci mancherebbe, ma il sogno che gli azzurri accarezzano per lunghi minuti a San Siro è dolcissimo. E quando Ranocchia sbatte in porta la rete del 2-2, siamo ormai al 90’, la sensazione di vuoto e grande amarezza è gigantesca. Sì, gli azzurri avrebbero meritato di andare ai quarti, per come avevano giocato e per come, nella ripresa, l’avevano ribaltata. Ma quando affronti avversari come l’Inter si sa, le partite non finiscono mai. A certi campioni basta poco per rimettere in piedi una serata storta, o per deciderla come fa Sensi ai supplementari. Peccato, ma va bene lo stesso.

Orfano di Mancuso, che sulla tangenziale Nord ha salutato i compagni e ha proseguito verso Monza, mister Andreazzoli sceglie una formazione inedita ma non troppo. Dietro si rivedono i convalescenti Romagnoli e Marchizza, mentre davanti c’è la coppia titolare composta da Cutrone e dall’ex Pinamonti, con la sorpresa Asslani in posizione di trequartista. L’Inter, da par suo, ha tutta l’intenzione di archviare alla svelta la pratica, come testimonia la partenza sprint. Sanchez, entrato al posto dell’infortunato Correa, è il più lesto a raccogliere un cross di Dumfries dalla destra, il cileno salta più in alto di Zurkowski e fulmina Furlan. Sembra l’inizio di una serataccia, ma l’Empoli alla fine è il solito Empoli. Bello, coraggioso e soprattutto spavaldo, tant’è che dopo pochi minuti dallo svantaggio avrebbe pure l’occasione per rimettersi in carreggiata, se non fosse che il direttore di gara Sacchi sorvola su un netto fallo in area di Vecino su Bandinelli. In ogni caso, prima del 45’, c’è ancora tempo per una doppia parata di Furlan su Lautaro, per le belle sensazioni lasciate da Asllani e per una punizione di Stulac di poco alta. Il resto è una girandola di emozioni. Bajrami pareggia, Cutrone propizia l’autogol di Radu, Ranocchia la riagguanta proprio quando i quarti di finale sembrano ad un passo dall’Empoli. E poi, ai supplementari, il gran gol di Sensi che strozza in gola l’urlo di Andreazzoli e spegne definitivamente i sogni degli azzurri. Ma in fondo, come detto, va bene così

Tommaso Carmignani