REDAZIONE EMPOLI

È un Bologna horror quello di Empoli: tutti in ritiro

Rossoblù travolti 4-2: Arnautovic sbaglia il rigore del possibile 2-1, ma la squadra non è mai in partita. Da oggi clausura al Calzavecchio

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BOLOGNA

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(4-3-1-2): Vicario, Stojanovic, Romagnoli, Viti, Marchizza (34’ st Luperto), Henderson (26’ st Stulac), Ricci, Zurkowski, Bajrami (34’ st Asllani), Di Francesco (18’ st Bandinelli), Pinamonti (34’ st Cutrone). (Ujkani, Furlan, Parisi, Haas, Mancuso, La Mantia). All. Andreazzoli.

BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski, De Silvestri, Medel, Bonifazi (24’ st Orsolini), Hickey (1’ st Theate), Dominguez (33’ st Binks), Soriano, Skov Olsen (1’ st Sansone), Vignato (1’ st Svamberg), Barrow, Arnautovic. (22 Bardi, 5 Soumaoro, 15 Mbaye, 35 Dijks, 19 Santander, 74 Cangiano, 20 Van Hooijdonk). Allenatore: Tanjga (Mihajlovic squalificato).

Arbitro: Giacomelli di Trieste.

Reti: nel pt 1’ Bonifazi (aut.), 11’ Barrow , 31’ Pinamonti; nel st 9’ Bajrami (rig.), 31’ Arnautovic, 45’ Ricci.

Note: angoli: 10-2 per il Bologna. Recupero: 1’ e 5’ Ammoniti: Vignato, Henderson, Pinamonti, OrsoliniSpettatori: 5.022, incasso 43.551 euro.

A metà tra il pentimento e la ricerca di se stesso, da oggi il Bologna si chiude in ritiro tra le mura di Casteldebole e quelle dell’Hotel Calzavecchio. Ora et labora. Ma di santi a cui appellarsi ce ne sono pochi, mentre di lavoro ce n’è, eccome. La soluzione estrema ai tanti mali estremi di cui la squadra di Sinisa Mihajlovic sembra essere ostaggio. L’unica soluzione possibile per provare a salvare la stagione e, prima ancora, la faccia, duramente messa a rischio dopo una figuraccia enorme come quella di Empoli. Sotto gli occhi del padrone Saputo che ha abbandonato lo stadio deluso e arrabbiato. Mihajlovic gli aveva promesso un regalo per il cinquantasettesimo compleanno: scartando il pacco, Joey ha trovato un Bologna inguardabile, inconcepibile e imprevedibile. Perché era davvero difficile pensare di poter scavare nel fondo toccato contro l’Inter: ma i quattro gol incassati al Castellani pesano forse anche di più dei sei schiaffi rimediati a San Siro. Perché un’imbarcata contro i campioni d’Italia può scapparci, se vai all-in e sbagli partita. Non ci sta invece di perdere in questo modo contro una squadra tecnicamente inferiore e destinata a lottare per sopravvivere in A. E, invece, Bajrami, Henderson, Di Francesco e Pinamonti sgretolano le fondamenta rossoblù, già un po’ erose dal tempo (su tutte, la stanchezza fisiologica di Medel e Dominguez). E il pragmatismo di Andreazzoli - un 4-3-1-2 di pensieri semplici ed efficaci - sovrastata le ideologie del 4-1-caos di Mihajlovic. Una squadra senza un modulo, o forse un modulo senza la squadra, tanto che nemmeno il ricorso alla difesa a tre nella ripresa cambia il destino d una partita senza storia.

Il fortissimo sospetto, guardando l’altra metà del calendario fin qui disputato, è che il Bologna oggi sia più vicino a quello dei dodici gol incassati nelle ultime tre gare piuttosto che a quello delle due reti nelle prime tre. S’era gridato all’Europa dopo aver battuto la Salernitana, pareggiato a Bergamo e vinto con il Verona. E poi cos’è successo? Nulla in particolare. Il Bologna ha due grande problemi: uno nella testa, l’altro di sostanza.

C’è un che di maledettamente scientifico nel modo in cui i rossoblù riescono a farsi del male. E qui subentra il problema di sostanza. Questa squadra non ha un’identità: Soriano spaesato, Skov Olsen intimorito, Vignato confinato a rincorrere Stojanovic. E dire che proprio ieri s’erano rivisti sprazzi del vero Barrow: il bel gol dell’1-1 e una traversa clamorosa. Lampi isolati nel buio totale. Nemmeno si può inveire contro il rigore del possibile 1-2 calciato da Arnautovic sul palo. Avrebbe forse cambiato la forma, ma non la sostanza. La verità è che il Bologna non sa come deve giocare, con l’aggravante di essere passati dal dinamismo di Palacio alla staticità da nove puro dell’austriaco.