Dallo stanzone del Pontedera al triplice fischio si leva un urlo di gioia: è quello dei giocatori granata, che hanno salutato così la seconda vittoria di campionato, anche questa esterna. La classifica è meno buia, anche se dopo 10 giornate il cammino che resta è ancora lunghissimo. Intanto però è giusto sorridere per questo 1-2 ottenuto in rimonta dopo una gara condotta in maniera pressoché costante. Massimiliano Canzi (nella foto), tecnico dell’undici pontederese analizza così il match: "Credo che già il risultato del primo tempo (sotto di un gol, ndr) fosse bugiardo per la mole di gioco proposto e di occasioni avute. Detto questo, il calcio è bello anche perché non sempre si riesce a vincere pur giocando meglio, però fortunatamente stavolta siamo riusciti a portarla a casa. Su gol non siamo stati bravi, sicuramente abbiamo commesso un errore. Però firmerei per concedere solo un’occasione a partita a squadra. Quando concedi un solo tiro e alla fine c’è la bravura di chi calcia e fa gol, bisogna accettarlo e lavorare di conseguenza". Nell’intervallo il tecnico ha saputo far mantenere la calma ai suoi: "Ho detto ai ragazzi di continuare a giocare senza farsi prendere dal panico, dall’ansia. Ero contento di quello che stavamo facendo, mi sono raccomandato che non perdessero la bussola e ci sono riusciti. Un punto in due partite (lo 0-0 con la Recanatese, ndr) poteva starci però sono stati bravi a tenere il timone bello dritto verso l’orizzonte". Sul match-winner, con una doppietta, Francesco Nicastro, che nel primo tempo si era fatto parare un rigore, il tecnico granata si esprime così: "Vorrei avere in tutte le mie squadre un attaccante come Ciccio, perché al di là dei due gol e delle occasioni, è un giocatore che dal primo all’ultimo momento si danna l’anima per la squadra e per i compagni. Credo che sia per lui il giusto premio per l’atteggiamento che ha in campo", E dopo questa seconda vittoria lontano dal Mannucci, ora il Pontedera è atteso da due gare casalinghe: "Dobbiamo provare e vincere anche in casa..." sorride Canzi. Stefano Lemmi