Dalla Uisp alla B, la cavalcata trionfale di mister Alvini

Ha riportato la Reggiana nella serie cadetta dopo ventun anni. "Un successo che dedico a mio padre, mia madre, alla città e ai tifosi"

Massimiliano Alvini (a destra, in piedi) sulla panchina della Ferruzza amatori

Massimiliano Alvini (a destra, in piedi) sulla panchina della Ferruzza amatori

Fucecchio (Firenze), 24 luglio 2020 - Toscana,, terrà di primizie dalla montagna al mare, passando per le dolci colline, ma anche di grandi allenatori. Lippi, Allegri, Sarri, Spalletti e adesso anche Massimiliano Alvini. Fucecchiese doc, classe ‘70, mercoledì sera ha festeggiato con la sua Reggiana, ufficialmente Reggio Audace, la conquista della serie B, riportando così in cadetteria gli emiliani dopo ben 21 anni. Grazie al successo per 1-0 sul Bari nella finale play-off, il tecnico di Fucecchio ha così coronato una stagione esaltante dove i suoi ragazzi hanno mostrato sempre un calcio organizzato, aggressivo e coraggioso.

Al triplice fischio finale del match di Reggio Emilia, dopo le inevitabili lacrime di gioia, Alvini li ha invitati tutti a sedersi in cerchio in mezzo al campo: "Li ho voluti ringraziare nel silenzio e in intimità – ha spiegato al sito ‘TuttoReggiana’ – perché se lo meritano. E’ una squadra che abbiamo creato io e il direttore Doriano Tosi e si è dimostrato un grande gruppo". Mercoledì sera, oltre agli appassionati bluamaranto, anche tanti fucecchiesi hanno seguito la sfida col Bari per poi inondare i vari social di complimenti al loro compaesano, che proprio da Fucecchio è partito 25 anni fa. Correva la stagione 1995-‘96, infatti, quando agli ultimi scampoli da giocatore dilettante a Signa, Alvini decise di accettare l’invito degli amici della contrada Ferruzza ad allenare la loro squadra amatoriale.

Alvini festeggia coi tifosi
Alvini festeggia coi tifosi

«Per noi è un motivo di orgoglio incredibile – commenta l’attuale allenatore ferruzzino, nonché amico fraterno di Alvini, Mauro Parentini – e per me personalmente, che posso dire di averlo avuto come allenatore, compagno di squadra e perfino giocatore nei miei primi anni da mister. Con lui in panchina ottenemmo una promozione, mentre da compagno di squadra mi portò quasi in finale segnando un gol e prendendo una traversa in semifinale e, infine, da mio giocatore segnò una rete decisiva in uno spareggio salvezza". Lo stesso Parentini, poi, svela un aneddoto: "Chi ha visto la partita mercoledì si sarà accorto che durante un cooling break Massimiliano ha in un primo momento impedito ai giocatori di dissetarsi perché con le stesse bottigliette d’acqua ha mostrato loro le posizioni che dovevano tenere in campo. Beh, un film già visto molti anni prima nello spogliatoio della Ferruzza (sorride)".

Carismatico , istrionico, maniacale, preparatissimo e sempre umile, Alvini è passato nel 2000 dai campi spelacchiati della Uisp alla panchina del Signa in Promozione regionale, portandolo subito in Eccellenza. Impresa ripetuta alla guida del Quarrata nel 2006-07 prima di salire alla ribalta nazionale per la strepitosa cavalcata con il Tuttocuoio, portato in 5 anni dalla Promozione alla Lega Pro. Terza categoria nazionale in cui è rimasto anche dopo aver lasciato il team di Ponte a Egola, con cui ha vinto pure la Coppa Italia Dilettanti 2010, allenando prima la Pistoiese per una stagione e poi l’Albinoleffe da luglio 2016 a novembre 2018, anno in cui ha conseguito il diploma di allenatore Uefa Pro con la tesi ‘Dal modello di gioco alla preparazione della partita: affrontare il Napoli di Maurizio Sarri’. La scorsa estate, l’arrivo alla Reggiana con cui ha scritto un’altra pagina indelebile di storia. "E’ un successo che Reggio Emilia meritava e ora è giusto che se lo goda – ha affermato ancora a ‘TuttoReggiana’ – Un traguardo che ci gustiamo tutto. Lo dedico a mio padre e mia madre e a tutta la città e ai suoi splendidi tifosi". © RIPRODUZIONE RISERVATA