Ahi Empoli, è Joya Roma

Buona prestazione per gli azzurri, ma Bandinelli non basta

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di Tommaso Carmignani

Al netto del fattore Dybala, si potrebbe perfino pensare che il 2-1 con cui la Roma espugna il Castellani sia un risultato ingiusto. Lo è se pensiamo alla sfortuna, agli episodi e perché no anche agli errori arbitrali che nel computo dei 97 e passa minuti si verificano in rapida sequenza. Prima considerazione: senza il numero 21 argentino, la Roma non avrebbe mai vinto. Anzi avrebbe perfino rischiato, e meritato, di perdere. Dybala è l’artefice del successo, segna il gol dell’1-0 e sforna l’assist del raddoppio, dispensa calcio e per larghi tratti del match è quasi immarcabile. Però, ed è la seconda considerazione, l’Empoli c’è. E può recriminare per un risultato che sta strettissimo, anche dopo il rigore sbagliato da Pellegrini e le parate con cui Vicario, nel finale, tiene a galla gli azzurri. Detto questo non è ovviamente tutto rosa e fiori. Qualche sbavatura difensiva, un cambio di Zanetti che non premia come dovrebbe, un filo di imprecisione negli ultimi sedici metri. E poi, per ultimo, il fattore Marinelli: all’Empoli manca un rigore su Satriano, specialmente se pensiamo al metro utilizzato nell’espulsione di Akpa Akpro. Severo con l’ivoriano, generoso con Ibanez. Ma con queste squadre si sa, funziona così.

Il canovaccio, fin dai primi minuti, è chiaro anche a chi non mastica di pallone. L’Empoli è organizzatissimo, pressa a tutto campo e cerca di asfissiare la manovra giallorossa, provando a sfruttare le disattenzioni avversari e, soprattutto, la velocità delle sue punte in fase di ripartenza. La formazione di Mourinho, invece, vive delle individualità che ha là davanti. Un po’ pochino per chi progetta campionati importanti, ma per far male all’Empoli è sufficiente. I problemi, manco a dirlo, li crea soprattutto Dybala, che prima prende le misure cogliendo il palo dopo un colpo di testa di Abraham e poi, da gran campione qual è, sfrutta un errato disimpegno di Luperto pescando il sette con un gran tiro da fuori. Ma per gli azzurri non è ancora il momento di capitolare. La formazione di Zanetti gioca meglio, è più organizzata e sa come far male alla difesa giallorossa. Succede perché Marin, Haas e soprattutto Pjaca dominano là in mezzo, mentre Lammers e Satriano sono quasi sempre in grado di creare grattacapi ai dirimpettai. Il palo lo coglie anche l’uruguayano di testa, ma è Bandinelli, sempre di testa, a trovare il pari in chiusura di primo tempo dopo un gran cross di Stojanovic. Mai pareggio fu più meritato.

La Roma capisce che così non può andare e nella ripresa prova a muovere l’Empoli coi cambi di gioco. Pronti via ed è Parisi a rendersi protagonista salvando sulla linea un colpo di testa di Ibanez, ma l’Empoli è vivo e reagisce. Il problema è che il terzino è già ammonito e quando Marinelli lo minaccia dopo un fallo di mano Zanetti capisce che conviene toglierlo. Entra Cacace, che è generoso e volitivo, ma Dybala, da veterano marpione, sente profumo di inesperienza e va ad attaccare là dove sa che può far male. Controllo, sterzata, sinistro sul secondo palo dove Abraham deve solo spingerla in porta. Da lì in poi succede di tutto: Pellegrini sbaglia un rigore, Akpa Akpro coglie il palo e poi si fa cacciare per un’entrataccia su Smalling. La Roma si difende, l’Empoli ci prova fino in fondo. Ma non è serata.