Palio del Cerro, Ballantini: "Con Cerreto Guidi, un legame magico"

L'artista livornese è l'autore del cencio dell'attesa competizione tra le contrade

L'artista livornese Dario Ballantini

L'artista livornese Dario Ballantini

Cerreto Guidi (Firenze), 14 agosto 2018 -  “Anticipazioni mi hanno detto di non darle, ma una cosa gliela posso dire: al centro del drappo, ci saranno l’essere umano e una certa spiritualità. La mia poetica è quella”. Una filosofia che, insieme a una tavolozza di colori peculiare, contraddistingue Ballantini pittore. Livornese, diplomato al liceo scientifico a indirizzo artistico, Dario Ballantini è talento dalle anime molteplici. E’ comico e imitatore, impeccabile a ‘Striscia la notizia’, il tg satirico di Antonio Ricci. E’ attore ed è pittore. In quest’ultima veste, sarà protagonista a Cerreto Guidi per la 50esima edizione del Palio del Cerro. Il cencio sarà opera sua.

Una gran bella sfida…

“Una sfida che ho accettato con gioia. Cerreto Guidi mi è piaciuto fin da subito. Ci torno proprio volentieri nei giorni del palio”.

La prima tappa è stata per la sua personale al MuMeLoc e per lo spettacolo ‘Da Balla a Dalla’…

“Un doppio appuntamento molto positivo. E ‘Da Balla a Dalla’ per me ha un tocco magico. Una magia che si è ricreata nel borgo”.

Piazza affollata, un’ottima risposta del pubblico, no?

“Assolutamente. E chi è artista vero vive del contatto diretto con il pubblico, soprattutto di quello della piazza. Mi è sempre piaciuto confrontarmi: per questo continuo a fare spettacoli ovunque. Il pubblico in piedi lo devi conquistare, convincere a restare lì”.

Ma lei come è arrivato nel borgo mediceo?

“Io ho 54 anni e il ‘social’ lo sto imparando ora e alla mia maniera. Un giorno, nei messaggi di Facebook, mi è apparsa la richiesta degli organizzatori. Cerreto Guidi ha chiamato, Ballantini ha risposto”.

E’ un contesto ‘raccolto’, niente di roboante. L’ha comunque affascinata?

“C’è una fetta di artisti, della quale faccio parte, che ama fare cose ben fatte anche se in piccole piazze”.

Non solo tv, insomma…

“Ho iniziato a 19 anni quando la tv era un miraggio, era importante. Quando ci sono approdato a 30 anni, era già differente. Ora siamo ad apparizioni di un minuto dove cerco di concentrare tutta la mia arte. E’ cambiata la percezione della televisione”.

E la pittura?

“Essa racconta il senso di vivere in questi anni, anni in cui ci sono significati da scoprire e in cui le persone sensibili sono un po’ smarrite. Per questo, cerco di raccontare l’importanza dell’essere umano”.

Samanta Panelli