Empoli, 28 novembre 2013 - Empoli celebra, con la mostra "Pontormo e il suo seguito nelle terre d’Empoli", uno dei massimi pittori italiani del Cinquecento, Jacopo Carucci, detto il Pontormo, nato nel borgo di Pontorme, a Empoli, nel 1494.
L’importante evento culturale, che verrà inaugurato domani, venerdì 29 novembre alle 17, e visibile fino al 2 marzo 2014, vuole essere il fil rouge che collega tutti quegli artisti che ebbero in Pontormo un modello da seguire, e che hanno lasciato un segno tangibile nel nostro territorio.
La mostra è inserita nella collana "La città degli Uffizi" (nato da un protocollo di intesa sottoscritto dalla Provincia di Firenze e dal Polo Museale Fiorentino), diretta da Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi e curatore scientifico della Casa del Pontormo ed è curata da Cristina Gelli, coadiuvata da alcuni storici dell’arte empolesi: Belinda Bitossi, Emanuele Castellani, Marco Campigli e David Parri. I luoghi espositivi dell’esposizione sono la Casa del Pontormo, la Chiesa e la Compagnia di San Michele arcangelo.
La mostra nasce con lo scopo di celebrare il Pontormo nel suo luogo natio, non solo aprendo ad un più vasto pubblico la sua ‘casa’, ma anche mostrando l’eredità culturale che ha lasciato nel territorio empolese. Il legame con la Galleria degli Uffizi, presupposto necessario perché la rassegna sia annoverata nella collana "La città degli Uffizi", è stabilito non solo dalla pontormesca "Madonna del libro", che da qualche anno è in deposito dagli Uffizi nella Casa del Pontormo, ma anche dalla bellissima tela raffigurante il Sant’Eligio di Jacopo da Empoli, detto "l’Empoli", pittore la cui famiglia era originaria della nostra città.
"Finalmente "La città degli Uffizi" tocca Empoli. Da tempo se ne ragionava; ma le condizioni sono maturate solo in quest’anno 2013”, ha sottolineato Antonio Natali. “L’occasione è stata offerta dalla mostra che sarà aperta l’anno venturo a palazzo Strozzi, titolata Pontormo e Rosso. Divergenti vie della ‘maniera’. L’esposizione empolese, con poche opere, però sapientemente selezionate, riesce a dar conto sia delle virtù magistrali del Pontormo che dell’influenza a gittata lunga esercitata dalla sua espressione nei luoghi intorno al sua casa. Di nuovo un’Amministrazione comunale prende animo e coraggiosamente forza la mano alla crisi per un’impresa culturale volta all’educazione e alla maturazione della coscienza storica della gente. In questo caso: di Pontorme e d’Empoli".
"Le opere esposte nella Casa del Pontormo, nella Chiesa e nella Compagnia di San Michele arcangelo - ha sottolineato Cristina Gelli, curatrice della mostra - aspirano a dar conto dell’eredità del magistero di Jacopo Carucci su alcuni artisti, la cui attività trova espressione nel territorio empolese".
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