"Com’era la vita a scuola prima del Covid?". Gli studenti tutor non sono solo 'sentinelle'

Dopo aver seguito un apposito corso di formazione, hanno ora il compito di sensibilizzare i compagni a corretti comportamenti. Ma il rapporto con i più giovani va oltre distanziamento e mascherine. " Abbiamo creato dei gruppi whatsapp per interagire meglio"

I protagonisti del progetto ’sentinelle anticovid-19’ del liceo Pontormo

I protagonisti del progetto ’sentinelle anticovid-19’ del liceo Pontormo

Empoli, 3 marzo 2021 - Studenti del primo anno accompagnati ‘per mano’ dagli alunni veterani tra le difficoltà della scuola al tempo del Covid. Dalle norme da seguire, ai giusti comportamenti da adottare, ai consigli che un buon fratello e sorella maggiore possono dare. E’ partito al liceo Pontormo di Empoli il progetto studenti-sentinelle, una versione rivista e implementata del ‘vecchio’ progetto di tutoraggio già attivo nella scuola di via Sanzio. L’arrivo degli steward fuori dalla scuola per la ripartenza delle scuole dopo le vacanze natalizie, ha dato l’input alla preside, Filomena Palmesano, per dare vita a un corso di formazione tra i suoi studenti più grandi affinché potessero prendere il posto del personale dell’associazione di volontario. In attesa di svolgere il loro compito anche all’esterno dell’edificio – si aspetta l’affiancamento della protezione civile, in virtù del protocollo d’intesa siglato tra Prefettura di Firenze, Ufficio scolastico territoriale e MetroCittà, che sosterrà le spese assicurative contro infortuni e per la responsabilità civile verso terzi – gli steward sono già operativi all’interno della scuola. Una quarantina di alunni di quinta e terza, coordinati dal professor Riccardo Cesari, referente del progetto, stanno girando tra le classi prime per spiegare il decalogo delle norme ma soprattutto per aiutare i più giovani a vivere la scuola nell’era della pandemia. "Le regole di buon comportamento sono ormai note anche ai più giovani – spiega Alice Bonciani – Mascherine, distanziamento e igienizzazione delle mani sono entrati a far parte della nostra quotidianità, tuttavia è sempre bene fare attenzione che tutti rispettino le regole. Non siamo bacchettoni, ma fratelli e sorelle maggiori che cercano di sensibilizzare i più piccoli a non abbassare la guardia". I più grandi sono pronti ad aiutare anche laddove la didattica a distanza non facilità la costruzione di relazioni.  

«Con la didattica in presenza ridotta al 50% tutti noi stiamo a scuola soltanto tre giorni alla settimana e per un ragazzo o una ragazza di prima – spiega Andrea Pandinelli – è limitante dal punto di vista della costruzione del gruppo-classe. Il nostro compito è anche quello di stimolarli a rimanere sempre in contatto, anche tramite chat e video chiamate. A chi ha problemi di connessione a casa diamo anche dei consigli su come ottimizzarla". Essere uno studente tutor significa anche dare ‘supporto psicologico’. "Quando andiamo nelle classi prime non parliamo soltanto di Covid – puntualizza Kasandra Gjini - Per alleggerire la pesantezza del momento cerchiamo anche di strappare qualche risata. Se hanno dei problemi in ambito scolastico li invitiamo a scriverci. Abbiamo creato dei gruppi whatsapp per interagire meglio".  

E’ passato appena un anno da quando il virus ha stravolto le nostre abitudini, ma sembra una vita. Gli studenti di prima, in effetti, non hanno idea di come fosse la scuola superiore prima del Covid. "Capita che ce lo chiedano - sorride Giulia Torrigiani – ci domandano come si svolgevano le giornate prima della pandemia, il rapporto con i professori o il momento dell’intervallo". I più piccoli si sentono protetti e tutelati da chi, con qualche anno di esperienza in più, parla comunque il loro stesso linguaggio. Siria Cecchi e Gaia Sereni, due delle tante matricole al tempo del Covid, stanno affrontando il loro primo anno di liceo come non avrebbero mai pensato di fare. "E’ difficile – spiegano – la didattica a distanza non è il massimo. Siamo molto più felici quando veniamo a scuola e stiamo in classe, pur con tutte le limitazioni che questo momento ci impone. Per fortuna non siamo sole, grazie anche ai nostri tutor".