Vetrerie in ginocchio: spenti i forni "Aiutateci o per noi sarà la fine"

Il calcolo choc della Aton Luce: "Rischiamo una bolletta da 400mila euro, per adesso ci fermiamo". Difficoltà anche a reperire le materie prime: "Costretti a comprare il carbonato di calcio dalla Turchia"

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di Alessandro Pistolesi

Sopravvissuti, dimenticati e infine abbandonati. È così che si sentono i vetrai dell’Empolese Valdelsa, finiti nella tenaglia dei prezzi fuori controllo. Restano accesi dalla passione di sempre, quella per un lavoro che richiede grandi competenze e altrettanti sacrifici, eppure si sentono soli e senza via d’uscita. Erano in cinquemila fino a trent’anni fa, poi una rapida emorragia ha travolto l’intero distretto. Ora sono rimasti poco più di un centinaio in tutto l’indotto e devono affrontare la prova più dura: resistere ai costi del metano schizzati alle stelle e a bollette sempre più insostenibili.

"Lavoro in vetreria da 55 anni e una situazione così non l’avevo mai vissuta: siamo disperati", si sfoga Alessandro Alderighi dell’azienda montelupina Aton Luce Lux, tra le più importanti realtà italiane nella produzione del vetro tradizionale. A causa del prezzo del metano, lo scorso dicembre l’azienda fu costretta a spegnere i forni. Una decisione sofferta e inevitabile. La produzione è poi ripartita a metà aprile ma ora, purtroppo, è destinata a stopparsi di nuovo. "Siamo stati fermi 15 giorni per le ferie e saremmo dovuti ripartire lunedì (domani, ndr) – spiega Alderighi –, ma con queste cifre siamo costretti a prenderci una settimana di riflessione. Poi vedremo, la situazione è drammatica". Le cifre a cui fa riferimento il direttore di Aton Luce sono impietose: "A metà aprile il costo del metano, grazie alla fiscalizzazione del 25%, era di circa 0,85 euro. In tre mesi è triplicato e ora il prezzo è arrivato addirittura a 3,41 euro. Inaffrontabile".

Si parla di numeri choc, con cinque zeri. "A settembre del 2021 abbiamo avuto una bolletta del metano da 35mila euro. A parità di consumo quest’anno spenderemo 400mila euro", dice sconcertato Alderighi. E poi c’è l’energia elettrica che "è aumentata ’solo’ di 7 volte, da 11 centesimi al kilowattora si è arrivati a 70". Al timore di non farcela si somma anche la rabbia: "Il futuro è incerto e non ci sono aiuti – osserva Alderighi –. Ci raccontiamo che questi prezzi sono dovuti alla guerra della Russia con l’Ucraina, ma i rincari erano iniziati già prima, temo che siano frutto anche di una grossa speculazione. E il nostro paese non ha la forza per affrontare il problema".

Il paradosso è che gli ordini non mancano e il lavoro potrebbe procedere spedito. "Le richieste arrivano soprattutto dall’estero, Stati Uniti e Australia su tutte", racconta Riccardo Corsi, mastro vetraio della Mylight a Montelupo Fiorentino. Il disappunto aumenta di fronte all’immobilismo della politica: "Ci siamo rivolti a tutti, ma nessuno è riuscito a smuovere la situazione – commenta Corsi –. Sembra che il caro gas abbia colpito solo le vetrerie di Murano, per le quali sono stati stanziati tre milioni di euro. Anche qui ci sono ditte sane che hanno lavoro e provano a tenere insieme un sistema. O c’è l’intenzione di mantenere in vita il nostro tessuto oppure ce lo dicano chiaro e tondo. Noi vogliamo stringere i denti e faremo di tutto per andare avanti". Qualcuno però si è dovuto fermare, come l’Industria Vetraria Valdarnese, tra i colossi del settore. "È una tragedia – riprende Corsi –. L’ultima bolletta del metano è aumentata del 100%. Si parla di fare razionamenti ma per noi è impossibile. Se spengo uno dei tre forni devo mollare alcuni prodotti e rinunciare alla produzione". Come se non bastasse, ci sono anche problemi a reperire le materie prime: "Nonostante le Apuane siano a due passi ho dovuto comprare il carbonato di calcio dalla Turchia perché qui era introvabile, così ho perso un giorno di lavoro – conclude il mastro vetraio della Mylight –. Non ci resta che lottare e andare avanti, sperando che prima o poi qualcuno si accorga di noi".