Verso il voto, la ’nostra’ geografia dei collegi

Con la riduzione dei parlamentari il territorio perde peso. Nell’uninominale alla Camera l’Empolese Valdelsa è con Chianti, Valdisieve e Piana

Migration

di Bruno Berti

La geografia elettorale del nostro Paese è stata sottoposta a molti cambiamenti nel corso degli anni e, naturalmente, delle incessanti riforme elettorali. In una misura che supera i mutamenti apportati sugli atlanti geografici a causa della scomparsa dell’Unione Sovietica e poi della Jugoslavia intesa come creatura del maresciallo Tito. E gli incolpevoli elettori italiani, tra cui, ovviamente, anche quelli della nostra zona, si sono spesso trovati sballottati in collegi con cui, spesso, avevano poco a che spartire. Si può però dire che la nuova versione del Rosatellum, il sistema elettorale attuale, è diventata ancora più cervellotica perché ha dovuto fare i conti con una delle proposte di bandiera del M5s, che ha voluto con grande determinazione ridurre il numero dei parlamentari. E così un sistema che ha una parte di maggioritario pari a un 36%, quindi con parlamentari eletti in collegi uninominali (chi prende più voti diventa parlamentare, mentre agli altri ‘concorrenti’ non tocca niente), mentre il resto dei rappresentati del popolo è eletto con sistema proporzionale in collegi con più posti da assegnare, si è trovato inadeguato a fronte della diminuzione dei parlamentari. I senatori scendono infatti dagli attuali 315 a 300 e i deputati da 630 a 400. Questa sorta di decimazione accentuata ha l’effetto di dare origine a collegi molto più grandi di quelli a cui eravamo abituati, con minori rapporti tra gli eletti e il territorio, che è uno dei problemi costanti con cui la politica, di qualsiasi colore, si trova a fare i conti quando si fa carico del tema di un rapporto serio e concreto con i cittadini. Se alle scorse elezioni politiche, pur con lo stesso sistema elettorale ma con un numero più ampio di parlamentari, l’Empolese Valdelsa riuscì ad avere tre rappresentanti (Luca Lotti e Laura Cantini alla Camera, con Dario Parrini al Senato), fu perché i collegi, più piccoli, vedevano una presenza più stringente del nostro territorio. Adesso i numeri degli eletti sono destinati a scendere. A liste dei candidati depositate, ma soprattutto a scrutinio finito, sapremo di quanto.

Comunque il terzetto ce lo possiamo proprio dimenticare. Basti pensare a come sono congegnati i collegi ridefiniti a Roma in base al numero dei parlamentari da eleggere. Partiamo dal Senato. I comuni della nostra area si trovano per l’uninominale nello stesso collegio, ma in compagnia di molti altri, visto che il collegio Toscana 4, di questo si parla, raduna un numero di abitanti pari a 973.000 (ovviamente gli elettori sono in numero minore, poiché alle urne si va dai 18 anni in su), vale a dire la Città Metropolitana senza Firenze. E quel milione scarso di abitanti elegge un solo senatore. Per il collegio plurinominale del Senato, quello in cui vale il proporzionale, l’Empolese Valdelsa è sì tutto insieme, ma per l’ottimo motivo che il collegio è tutta la Toscana (3,7 milioni di abitanti), che in questo caso elegge otto senatori. Alla Camera dei deputati le cose stanno in modo diverso, ma non poi molto. Anche nell’uninominale per Montecitorio tutti i comuni della zona si trovano in un solo collegio, il Toscana 8, ma ancora una volta in una compagnia un po’ affollata, visto che gli abitanti coinvolti sono 488.000: la nostra area e una serie di comuni del Chianti, Valdisieve, Piana e Valdarno. Nel plurinominale della Camera gli undici comuni si trovano tutti nel collegio Toscana 3, 1,3 milioni di abitanti (le province di Firenze e Pisa) che eleggerà cinque deputati.