Si è fatto un gran parlare nelle ultime settimane della vendemmia come volano per attrarre i turisti interessati a vivere un’esperienza come ’vigneron’ partecipando attivamente alla raccolta delle uve. E’ stato anche messo a punto un protocollo che regola l’attività, ma sulla effettiva valenza dell’iniziativa in Cia hanno qualche perplessità. "Ha molto l’aspetto di una trovata pubblicitaria che può essere utile alle grandissime aziende, forse - commenta Giacomo Falchi – per le aziende come le nostre associate non è un aiuto. Al lavoro canonico si devono aggiungere incombenze legate alla sicurezza del turista-raccoglitore, degli attrezzi in uso, dell’equipaggiamento... è un lavoro in più e richiede anche un minimo di formazione e molta attenzione a chi porti nella vigna. Per le nostre aziende che sono piccole o medio-piccole non serve". "Le spese che sostieni per far praticare il turismo della vendemmia – conclude Falchi – per le nostre aziende sono troppo alte. Se le grandi aziende lo vogliono fare, devono essere messe in condizioni di farlo bene e con le regole quindi ben venga il protocollo, ma la maggioranza delle aziende toscane non è in grado di sostenere il turismo della vendemmia".
Cronaca"Vendemmia turistica a Empoli: un costo per le PMI?"