Vendemmia, quest’anno si comincia presto "Ma perderemo circa un quinto del raccolto"

La pioggia di Ferragosto ha parzialmente mitigato i danni della siccità. L’esperto: "La qualità del prodotto dovrebbe essere ottima"

Migration

Ottima qualità del prodotto, ma con un calo del raccolto. E per fortuna che ci sono state le piogge di Ferragosto, altrimenti sarebbe stato un vero e proprio disastro. E’ questo, in estrema sintesi, ciò che ci si aspetta dai vigneti del nostro territorio già carichi di grappoli pronti per essere raccolti. Con il maltempo della scorsa settimana, gli acini hanno potuto portare a termine la loro maturazione presentandosi in buona salute al grande appuntamento autunnale. L’ottimismo dei viticoltori, però, è stato in parte frenato dalla grandine caduta nei giorni scorsi in alcune zone, con danni in via di quantificazione. A riassumere l’andamento climatico delle ultime settimane è il presidente dell’Associazione Produttori Colline Toscane, Diego Tomasulo. "Ormai non è una novità – esordisce il presidente Tomasulo - Anche il 2022 è stato un anno molto complesso e difficile da gestire per tutta l’agricoltura a causa di questi cambiamenti climatici estremi, che mettono sempre più a rischio le nostre vaste produzioni alimentari senza esclusione per le aziende vitivinicole. Nonostante tutto, siamo sempre sul pezzo per cercare il rimedio anche in condizioni assolutamente sfavorevoli".

Entrando nello specifico, Tomasulo spiega cosa comportano per le colture questi sbalzi climatici. "Questo 2022 è la fotocopia a colori degli ultimi 5-6 anni: le alte temperature estive e l’assenza di precipitazioni per lunghi mesi, pur limitando al momento l’insorgenza di malattie fungine, hanno prodotto un calo ponderale di raccolto, ulteriormente decimato dalle grandinate e dalle tempeste simil-tropicali degli ultimi giorni. C’è però da dire che dove è piovuto nel periodo del Ferragosto senza fare danni, ha permesso all’uva di prendere nutrimento e far ingrossare gli acini, permettendo di arrivare a maturazione nel periodo giusto, nella speranza che i chicchi rimasti per molto tempo nell’aridità non schiantino. Il calo della produzione – prosegue il presidente dell’Apct - è dovuto, oltre alla siccità e agli estremi eventi atmosferici, ai vari predatori. Il verde e i frutti della terra in generale erano l’unico modo per gli animali per abbeverarsi in questa estate torrida, pertanto sono tanti i danni pervenuti principalmente da ungulati e volatili".

Infine, una considerazione e un appello alle istituzioni. "Tutto quello che arriva sulle tavole proviene dalla terra – ricorda Tomasulo -. Pertanto, ricordo alle istituzioni della nostra Regione Toscana che bisogna difenderla questa terra e bisogna difendere anche le mani che la lavorano se vogliamo continuare a mangiare eccellenze in modo sano e meravigliarsi ancora nel tempo per i paesaggi modellati dai grandi architetti contadini".

Carlo Guiducci, esperto viticoltore montespertolese con vigne sparse in varie aree del Chianti Fiorentino, sottolinea quanto sia importante che da adesso e fino all’inizio della vendemmia la stagione si mantenga costante. "La bontà del raccolto si deciderà ora, in questi ultimi giorni che precedono la vendemmia – spiega Guiducci – Dopo la tanto attesa pioggia delle scorse settimane, la condizione migliore per gli acini è l’assenza di ulteriore pioggia, al massimo vanno bene precipitazioni sporadiche, per evitare che i chicchi marciscano". Anche Guiducci conferma una riduzione di peso del raccolto. "Stimiamo una perdita di circa il 20 per cento, anche se qualcosa è stato recuperato con le ultime piogge. L’uva nei campi è bella, matura e inizieremo a coglierla nella prima settimana di settembre per andare avanti fino a metà ottobre".