Una storia lunga 50 anni "La ricetta per resistere"

Temy: la passione per le scarpe ed un’attività cresciuta in modo esponenziale "Il settore? In eterno movimento. Dedizione e imprevedibilità ci tengono vivi"

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EMPOLI

"Il primo paio di scarpe vendute? Impossibile ricordare. Ma il primo paio di scarpe scambiate, quelle chi se le dimentica? Un rimprovero, da parte di mia mamma, che risuona ancora nelle orecchie". Era un bambino Alessandro Costagli quando ha varcato le porte di Temy, attività oggi giunta alla terza generazione, negozio di scarpe per uomo e donna a gestione familiare che è un’istituzione ormai in città. Dal 1970 ad oggi tante trasformazioni, una crescita esponenziale e progressiva.

"Dai 30 metri quadrati del primo negozio a Ponte a Elsa - ricorda il titolare - dopo tre anni abbiamo raddoppiato, restando nella nostra frazione. Nel 1982 siamo passati ad un altro locale, stavolta di 150 metri. E da lì abbiamo sviluppato diversi rami d’azienda; quello che si occupa di ingrosso, quello dedicato al mercato ambulante e alle fiere. Poi siamo approdati a Empoli". Una decina di anni fa il piccolo negozio in via Ridolfi è diventato una realtà consolidata, trasferita oggi nella centralissima via del Giglio con una passione che però, negli anni, non è mai mutata.

"Il settore moda non è pianificabile, è in eterno movimento. Questa imprevedibilità ti tiene vivo" racconta Costagli. Temy si è aperto anche alla vendita online con un sito che completa l’offerta. I pezzi più venduti? Mocassini, stivali e anfibi, e i cosiddetti "combat" da donna. "Negli anni le difficoltà non sono mancate – prosegue il titolare del negozio – Per far quadrare i conti abbiamo dovuto ridurre il personale, ed è stato dolorosissimo. Il settore moda è stato piegato dalla pandemia, ma è un comparto che ha saputo resistere". Leccarsi le ferite, dunque, e ripartire senza mai perdere di vista il rapporto con il cliente fidelizzato, che è il vero punto di forza, il valore aggiunto. "Ci scelgono perché il negozio è un punto fermo, dà sicurezza. Le città vivono se vive anche il commercio – riflette Costagli – I quartieri più desolanti, a rischio criminalità, sono quelli dove le saracinesche sono abbassate. La salvezza è unirsi per promuovere non il nostro negozio ma l’intera città, la strada, il quartiere. I negozi e i mercati oggi hanno un ruolo importante: far uscire la gente di casa. Vestirsi bene dà gioia e dà allegria, nonostante le avversità".

Ylenia Cecchetti

Ylenia