Trovati altri rifiuti abbandonati Ci sono anche scarti pericolosi

I carabinieri della stazione forestale hanno sequestrato un’area di quasi duemila metri quadrati. Due imprenditori edili sono stati segnalati all’autorità giudiziaria all’esito della rapida attività d’indagine

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Buttati là. In disprezzo dell’ambiente e delle leggi che ne regolano la tutela. Una distesa di rifiuti non autorizzata e incontrollata. Un cumulo esteso e difforme, composto anche da rifiuti pericolosi. Tra questi anche batterie e bombole del gas esauste. Il luogo non è sfuggito ai carabinieri della stazione forestale di Empoli, in servizio di perlustrazione effettuato nell’ambito dei controlli finalizzati alla prevenzione ed alla repressione di condotte illecite in materia di ambiente. I carabinieri hanno individuato il fondo occupato per quasi tutta la superficie di circa 2000 metri quadrati, da svariati cumuli di rifiuti indistinti per tipologia, urbani e speciali, pericolosi e non pericolosi, depositati in maniera incontrollata sul suolo.

Sul terreno libero dai cumuli e frammisti a esso, erano comunque presenti materiali frantumati e sbriciolati ormai in piccolissime dimensioni. Ma sempre e comunque rifiuti, illecitamente smaltiti nell’ambiente. I rifiuti, si apprende, erano principalmente costituiti da parti di materiali isolanti di varia natura, come lana di vetro, polistirolo e lana di roccia, sacchi neri contenenti imballaggi di plastica e cartone, cumuli di carta bituminosa esausta, rifiuti ferrosi e legnosi nonché numerosi secchi contenenti vernici, diluenti e colle, sacchi contenenti gesso e cemento ormai inutilizzabile perché indurito a seguito dell’esposizione alle intemperie.

C’erano anche rifiuti che la legge classifica come pericolosi (le cui procedure di corretto smaltimento, a maggior ragione, sono rigidamente ben definite) appunto, come plafoniere con i tubi al neon ancora presenti al loro interno, contenitori plastici di disinfettanti contenenti sostanze pericolose non bonificati, sacchi parzialmente utilizzati e ancora contenenti il conglomerato bituminoso a freddo.

Così sono scattati gli approfondimenti e gli accertamenti di rito e di legge per individuare collegamenti tra la discarica e la mano o le mani che ne fossero responsabili. I militari hanno, all’esito di questo lavoro, hanno accertato che l’area era riconducibile ad una impresa edile. Il fondo non era tuttavia autorizzato al deposito di rifiuti speciali, non si collocava nelle vicinanze di alcun cantiere edile né era qualificabile come deposito temporaneo. Così hanno proceduto al sequestro penale dell’area per una superficie complessiva di 1938 metri quadrati e a segnalare i due titolari della ditta edile all’autorità giudiziaria competente – per tutte le determinazioni che vorrà prendere al riguardo – per gestione non autorizzata di rifiuti pericolosi e non pericolosi e deposito in modo incontrollato di rifiuti, ai sensi del testo unico ambientale.

Carlo Baroni