Si uccide per amore dandosi fuoco, i messaggi choc

"Ti faccio vedere come brucia una persona", aveva scritto la 39enne

I soccorsi col Pegaso

I soccorsi col Pegaso

Empoli, 10 giugno 2019 - E’ stata restituita ai familiari la salma della 39enne di Signa che si è tolta la vita, cospargendosi di benzina e appiccando il fuoco, dando il suo corpo alle fiamme. E’ successo poco dopo le 16 di sabato in via di Turbone a Montelupo Fiorentino, nei pressi del campo sportivo, dove la giovane, madre di un ragazzino adolescente e di una bambina, era arrivata con la sua auto per porre in atto il gesto estremo. Un suicidio consumato sotto gli occhi dei presenti, a pochi passi dal campo sportivo, lungo la pista ciclabile: i primi a soccorrere la 39enne che viveva a Signa con i figli e i genitori, una donna alle prese con problemi di depressione e alcolismo che le avevano fatto perdere il lavoro, sono stati alcuni ciclisti di passaggio.

Sul posto sono intervenuti carabinieri della stazione locale e del Radiomobile, i vigili del fuoco e il personale del 118: la giovane mamma, alle prese stando a quanto ricostruito dai carabinieri con problemi affettivi che l’avrebbero spinta a compiere l’insano gesto, è stata portata in elisoccorso all’ospedale pisano di Cisanello dove si è spenta alle 19.30. Inutili tutti i tentativi di strapparla alla morte: troppo gravi le ferite riportate nel rogo che l’ha avvolta, al termine di un pomeriggio a quanto pare turbato da inquietudini e incomprensioni con la persona che frequentava.

Sembra che la 39enne, con alle spalle un matrimonio fallito, si fosse scambiata una serie di messaggi con il fidanzato con il quale le cose non andavano bene. Una discussione via Whatsapp. Messaggi nei quali gli avrebbe scritto, come a sfidarlo, che un giorno gli avrebbe fatto vedere come prende fuoco una persona, che l’avrebbe fatta finita. Parole apparentemente di rabbia che, dopo la tragedia, suonano come ben più di una minaccia: appaiono quasi il testamento di una persona fuori di sé, confusa, anche alla luce di altri messaggi che avrebbe mandato ai suoi familiari, annunciando di voler dare fuoco al fidanzato. Ma ultimamente la situazione era precipitata e la povera mamma si è lasciata abbandonare alla depressione più profonda e alla rabbia più violenta, quella rivolta verso se stessa, senza più riuscire a controllare la disperazione che la stava divorando

Il telefono della 39enne è stato sequestrato dagli investigatori per ricostruire gli ultimi contatti da lei avuti. Le indagini hanno permesso di escludere l’ipotesi di istigazione al suicidio. Da qui la scelta del sostituto procuratore Giacomo Pestelli di liberare la salma della donna (i cui funerali si svolgeranno a Signa a breve), la cui drammatica scomparsa ha suscitato commozione e disperazione in tutti coloro che avevano condiviso, seppur per poco, la loro strada con lei, accogliendo anche le sue fragilità.