La strage che la città ha dimenticato. 'Una targa ricordi i martiri del ’21'

Nove fra marinai e carabinieri furono linciati dalla folla per errore

I consiglieri comunali Alessandro Borgherini e Damasco Morelli

I consiglieri comunali Alessandro Borgherini e Damasco Morelli

Empoli, 3 marzo 2018 - Una targa per ricordare la strage del 1º marzo 1921, quando militanti del Partito comunista d’Italia e membri delle Guardie Rosse si scagliarono contro i 46 marinai che avevano il compito di riattivare le linee ferroviarie interrotte dagli scioperi di quei giorni a Firenze, scortati da 18 carabinieri. Al termine degli scontri, morirono i marinai Enrico Bottini, Alberto Incarbone, Salvatore Lo Pinto, Salvatore Santaniello, Antonio Sergianni, Carlo Alberto Tulli e i militari Francesco Cinus, Salvatore Masu e Giovanni Pinna. A chiederlo con forza sono i consiglieri comunali Damasco Morelli e Alessandro Borgherini di Ora si Cambia: i due hanno sottoposto una mozione a tutti i rappresentanti del consiglio e della giunta.

«A poco meno di un secolo di distanza – dicono i due – è giunto il momento che all’unanimità si renda omaggio alle 9 vittime innocenti ferocemente uccise da empolesi ad Empoli apponendo sul luogo di quei tragici avvenimenti  la targa che ricorda i loro nomi. Ormai da anni è stata determinata la dinamica degli eventi: marinai e carabinieri furono trucidati da qualche centinaio di persone, chiamate dai dirigenti locali del Partito comunista d’Italia per difendersi da quello che sembrava un imminente attacco di squadristi fascisti. In realtà si trattava di un trasferimento di militari della marina scortato dai carabinieri. E’ stato anche appurato che la folla, ormai inferocita, non si fermò neppure di fronte all’evidenza. E sembra assai improbabile la versione che si basa sull’assunto dell’insurrezione reattiva a un tranello provocatoriamente teso «al proletariato dalla borghesia», ancorché quei poveri morti ebbero l’effetto di una normalizzazione, nel senso della comune fascistizzazione di tutto il paese, di un area che alle elezione del 1920 aveva consegnato tutti i comuni della zona alla sinistra».

Da qui l’appello. «Quello che a cento anni di distanza vogliamo condividere – dicono ancora Morelli e Borgherini – è la comune consapevolezza che oltre ai diritti sanciti dalla ‘Dichiarazione dei diritti dell’uomo’ vi è il diritto alla conoscenza, alla piena consapevolezza del singolo individuo di ciò che gli succede intorno, presupposto indispensabile perché possa prendere la decisioni giuste. Altre paure agitano oggi i nostri animi come il terrorismo, immigrazione, droga e altri ‘nemici’. Non di rado s’invocano ‘legislazioni di emergenza’ , le cui radici spesso affondano in presupposti ingannevoli, se non vere e proprie menzogne. Per questo proponiamo di apporre in un punto prossimo al luogo dei fatti una targa che eviti anche la condanna della memoria alle vittime della strage ed esorti all’impegno per diffondere il diritto alla conoscenza, perché per quel che possiamo nessuna folla sia ignara, possibilmente nel punto dove era già stata posta in passato, cosi come da fotografie che la ritraevano in piazza Garibaldi».