La spia che venne da Castelfiorentino

Claudia Centi, vicesindaco e scrittrice, racconta una storia leggendaria

Claudia Centi, 32 anni, è vicesindaco con delega alla cultura del Comune di Castelfiorentino

Claudia Centi, 32 anni, è vicesindaco con delega alla cultura del Comune di Castelfiorentino

Empoli, 13 marzo 2019 - Un amministratore pubblico, specie se di un piccolo Comune, è alla continua ricerca di bandi per riuscire a intercettare finanziamenti per realizzare opere e iniziative a sostegno della propria comunità. Nel lavoro quotidiano, però, ci sta – talvolta – di imbattersi in un concorso che possa esaudire anche un proprio personalissimo sogno. E’ ciò che è successo a Claudia Centi, vicesindaco e assessore alla cultura di Castelfiorentino che, grazie all’iniziativa ‘Sillumina-Copia privata per i giovani, per la cultura’, sostenuta da Mibac e Siae, è riuscita a pubblicare il suo primo romanzo storico: «I fiori del caffè profumano di Gelsomino».

Un'opera che ‘profuma’ tanto anche del suo paese, perché ispirata al medico e botanico di Castelfiorentino Michelangelo Tilli, che nel 1683 fu inviato dalla famiglia Medici di Firenze a curare il Pascià della Turchia. Il libro, arricchito dalle illustrazioni di Massimo Tosi ed edito da Federighi Editori, inizia proprio a Castelfiorentino per poi proseguire a Livorno dove Michelangelo Tilli si imbarca alla scoperta di città lontane. È a Belgrado che scopriamo il vero scopo del viaggio: la famiglia Medici, da Firenze, chiede notizie del mondo musulmano in un momento storico in cui gli ottomani minacciano i cristiani. Michelangelo, infiltrato alla corte del più potente uomo turco, riuscirà a penetrare quella fitta coltre che separa l’impero ottomano dal resto del mondo e scoprirà alcuni misteri, tra esoterismo, avventure, esperimenti botanici e l’amore segreto per la figlia del Gran Pascià.

«In un giorno qualsiasi del novembre 2017 decisi che era il tempo, per uno dei miei sogni, di uscire dal cassetto – racconta la stessa autrice –. Non sapevo ancora come avrei fatto, ma avevo scelto. Fu allora che capitò un bando, tra i tanti, che strizzava l’occhio al mio progetto. Ne parlai con l’editrice di Federighi Editori, Gloria Pampaloni, che mi indirizzò subito verso la partecipazione. Ma erano giorni molti impegnati e il bando era così complesso. Ormai, però, avevo dato la mia parola e, soprattutto per non deludere Gloria che aveva creduto in me, decisi di provare a partecipare». L’opera prima di Centi, nata un po’ in sordina, era poco più che una bozza, fino a quando nell’aprile 2018 Siae e Mibac le comunicarono che aveva vinto il bando ‘Sillumina’ insieme ad altri sette autori in Italia. «A quel punto – sorride – iniziai a preoccuparmi davvero. Perché i sogni fanno comodo, li tieni in un cassetto della testa che apri quando ne hai bisogno; ma per realizzarli davvero ci vuole coraggio. Oggi, oltre a Siae e Mibac, la prima che voglio ringraziare perché mi ha spinta ad arrivare fino a qui nonostante un periodo, per lei, tra i più difficili della vita, è proprio Gloria».