'Soldi in cassa? Siete degli illusi'. L'amaro sfogo di una commerciante

Parla la titolare del chiosco di fiori preso di mira dai ladri

Antonina Bova

Antonina Bova

Empoli, 15 novembre 2018 - «Ancora credete che qualche commerciante lasci i soldi in cassa la sera?». E’ la domanda che Antonina Bova, titolare del chiosco ‘I fiori di Nina’, alle porte del cimitero comunale di Sant’Andrea, rivolge a chi, venerdì, si è introdotto nella sua attività in via Val d’Orme dove la proprietaria, per tutti Nina, si prende cura dei suoi amati fiori e dei suoi clienti, senza mai far mancare un sorriso a chi la incontra. La donna si è rivolta agli uffici del commissariato di piazza Gramsci dove ha sporto denuncia.

«Vede – sottolinea – sono rimasta vedova a 47 anni con tre figli da crescere. Conosco i sacrifici, per questo vorrei parlare con quei tre che a vedere dalle registrazioni delle telecamere hanno sì e no vent’anni. Cosa gli chiederei? Che senso ha andare a fare danni a casa agli altri? A loro piacerebbe ricevere lo stesso trattamento? E soprattutto quello che vorrei sapere è se si rendono conto che così facendo, per pochi spiccioli, diventano criminali, si rovinano la vita».

E’ uno sfogo quasi materno il suo, nonostante si senta «una commerciante ferita» da quell’assalto consumato alle 19.44. «La videosorveglianza di cui è dotato il mio chiosco – racconta Nina – ha immortalato tre giovani, a volto scoperto, che si aggiravano intorno al negozio. Prima hanno sbirciato nei bidoni della differenziata, poi uno di loro ha fatto un cenno agli altri. Come per dire, “Dai, proviamo a entrare”».

Detto fatto, quel giovane «si è avvicinato alla finestrella laterale e ha fatto fuori il vetro: era minuto, per questo è riuscito a passare da quella stretta apertura». Una volta all’interno, «dopo aver spaccato tutti i vasi in cristallo sotto la finestrella», si è fatto strada fino alla scrivania. «Ha strisciato sul pavimento. Forse sapeva che, in quel modo, avrebbe eluso l’allarme. Arrivato a destinazione, ha aperto ogni cassetto alla ricerca di chissà che. Ma non è arrivato alla cassa: qualcosa gli ha messo fretta».

Forse un’automobile arrivata nel parcheggio. Il ladro è fuggito a mani vuote, «lasciandomi danni cui rimediare per circa 500 euro. Non è poco. Anche perché a quel che c’è da ricomprare, si aggiunge l’inferriata che mi vedo costretta a installare». L’ennesimo dispositivo antintrusione dopo allarme, telecamere e grossi lucchetti per la porta d’ingresso.

Samanta Panelli