L’impresa dell’Empoli, un assist per la città. Serie A come grande occasione di rilancio

Il modello azzurro è un’eccellenza in Toscana e non solo. Dall’economia al turismo fino agli impianti: ora si può sognare il salto di qualità

Festa per la promozione azzurra (foto Tommaso Gasperini/Germogli)

Festa per la promozione azzurra (foto Tommaso Gasperini/Germogli)

Empoli, 7 maggio 2021 - Un pieno di gioia e fiducia ma soprattutto un assist per la ripartenza della città. L’impresa dell’Empoli va oltre il calcio: può essere il motore che spinge economia e turismo, garantendo quella visibilità che in tempi di Covid è in grado di fare la differenza. Insomma, il modello-Empoli è tornato alla ribalta. E la città si deve far trovare pronta. L’opportunità è troppo grande per lasciarsela scappare.

Partendo da un presupposto: dietro all’impresa sportiva c’è un progetto, un’idea di fare sport che rappresenta una perla nel deserto. Sì, perché basta guardarsi intorno per capire come l’Empoli sia qualcosa di eccezionale. A maggior ragione nell’anno in cui il calcio toscano si interroga sul futuro dopo una debacle senza precedenti negli ultimi 70 anni che ha visto retrocedere in blocco Livorno, Pistoiese, Lucchese e Arezzo tra i dilettanti. E ci si può aggiungere pure l’annata negativa della Fiorentina e quella in chiaroscuro del Pisa. In Toscana, insomma, solo Empoli ride. Una città con poco più di 48mila anime capace di fare calcio con passione, lungimiranza, conti in ordine e risultati. Vero, l’ultima impresa nasce dalle macerie di una retrocessione amara a cui sono seguite una serie di delusioni, ma gli schiaffi servono anche a rafforzare i successi.

Dietro alla famiglia Corsi c’è una realtà fatta di imprenditori, tifosi e addetti ai lavori che è difficile trovare altrove. Un tutt’uno che forse rappresenta la risposta migliore a quella gabbia dorata del pallone che vorrebbe mettere in piedi la Superlega (anche se il golpe è abortito sul nascere) e affossare le piccole realtà. E invece il calcio di provincia è proprio il bello di questo sport. Il Covid ha stravolto tutto, certo. Ma l’Empoli in serie A può essere davvero una grande sponda per avere una città da massima serie. In parte forse lo è già, per servizi, impianti, tenore di vita, sicurezza. Ma l’emergenza sanitaria ha acuito i problemi e allargato le maglie della diseguaglianza un po’ ovunque. E ancora tanto può essere fatto.

Intanto, nella speranza di una graduale riapertura degli stadi, commercianti, ristoratori e albergatori possono già iniziare a esultare, perché è inevitabile che, quando i tifosi potranno tornare in trasferta, le partite dell’Empoli al Castellani porteranno un giro di affari non indifferente. Stesso discorso per grandi e piccoli sponsor che potranno sfruttare il palcoscenico della serie A per mettere in mostra il loro marchio tra cartelloni pubblicitari allo stadio e loghi in sala stampa. Il calcio come orgoglio della città e pure come trampolino di lancio. Perché no? Basta pensare a cosa ha costruito l’Atalanta nel recente passato o anche il Sassuolo, ormai da otto anni fisso in A.

Del resto l’Empoli è al 28esimo posto tra le squadre con più campionati nella massima serie. Ad agosto gli azzurri taglieranno il traguardo delle 14 partecipazioni in A, per un totale di 461 punti accumulati. In Toscana solo Fiorentina e Livorno hanno fatto meglio. Ma il bilancio con gli amaranto è favorevole se si considera solo il nuovo millennio. A puntare troppo in alto spesso ci si brucia (e in questo caso gli esempi si sprecano) ma la settima promozione e l’ennesima impresa sportiva sono forse il momento più adatto per chiedersi se davvero si può fare il salto di qualità. Nel calcio e oltre il calcio, con un Castellani che tra otto mesi potrà diventare un impianto di proprietà aumentando ricavi e prospettive del club azzurro ma anche costruendo nuove strutture sportive che possano accompagnare la crescita della città. Perché alla fine di questo si tratta: programmare, raccogliere le sfide e poi costruire un futuro all’altezza dei propri sogni.