Empoli, c'è lo sciopero del pasto a scuola. "I bambini mangeranno a casa"

La scelta dei genitori di una classe perché il servizio mensa non corrisponde a quanto annunciato

Bambini in mensa

Bambini in mensa

Empoli, 16 ottobre 2020 - «Oggi i nostri i figli non pranzeranno a scuola". I genitori degli alunni della classe quinta della scuola elementare Michelangelo di Santa Maria alle 13 andranno a riprendere i loro bambini, perché il servizio mensa, così come è partito (in forte ritardo per mancanza di personale), non corrisponde a quanto era stato loro comunicato all’inizio dell’anno scolastico.

"Innanzitutto – dice Elisa Ciampi, rappresentante di classe – gli alunni avrebbero dovuto pranzare a scuola due volte alla settimana con rientro pomeridiano. Il pasto sarebbe stato servito al piano superiore con un montacarichi o sarebbe stato attuato il pranzo al sacco, perché attualmente la classe V si trova al primo piano. Ad ogni modo i bimbi avrebbero mangiato nelle loro classe, una scelta, tra l’altro, già approvata nei mesi estivi e confermata con l’inizio dei lavori strutturali che prevedevano l’ampliamento delle classi. Del resto nella scuola è stato attuato il ‘senza zaino’ quindi questo piano organizzativo doveva essere definitivo anche al di là della pandemia, perché il modello prevede appunto che i bimbi mangino nella propria classe".

La realtà, però, è tutt’altra. "La mensa non è iniziata per mancanza di personale fino a giovedì della scorsa settimana e quando è stato deciso di farla partire abbiamo saputo da voci di corridoio, perché non esisteva una comunicazione ufficiale, che la mensa sarebbe stata attivata un solo giorno, cioè il venerdì, che i bimbi non avrebbero più mangiato nella propria classe al piano superiore ma in una classe al piano inferiore occupata dai bimbi della classe prima fino alle ore 13. Questo sistema assurdo attuato per la classe V sarebbe stato usato alternativamente per le altre tre classi che avrebbe mangiato a scuola in altri giorni ma sempre nella stessa classe".

Le motivazioni per lo ‘sciopero della mensa’ sono diverse, ma la principale riguarda la sicurezza. "Come fa il personale a sanificare tutti gli ambienti, a distribuire il pasto e farlo terminare in meno di un’ora? Insegnanti e alunni si impegnano ogni giorno per quasi 5 ore a rispettare le regole igienico sanitarie e poi si pranza in un modo non conforme alle norme anti-covid".

Il dirigente, Salvatore Picerno, spiega che il servizio mensa ha dovuto cambiare temporaneamente la propria organizzazione, perché manca ancora il montacarichi che avrebbe dovuto portare i pasti al piano superiore. "Non è stato ancora installato perché il Comune ha dato priorità ad altri interventi sul plesso. Tuttavia vorrei tranquillizzare le famiglie sul fatto che il servizio lo abbiamo fatto partire perché tutte le norme di sicurezza sono rispettate. Poi ciascuno è libero di usufruirne o meno".