Caso Scimmi in aula: frenata di 11 secondi prima dell’investimento

Al processo i testimoni «tecnici»: sull’asfalto i segni del tentativo del camionista di evitare il corpo. In aula anche i familiari della vittima

Sara Scimmi

Sara Scimmi

Firenze, 21 luglio 2020 - La sensazione, che si legge negli occhi degli Scimmi, è che non sia il processo che avrebbero voluto, in nome della giustizia per la loro Sara. Perché sul banco degli imputati, accanto ai suoi avvocati difensori, c’è "solo" Milko Morelli, l’autotrasportatore 50enne di Santa Maria a Monte che con il suo tir passò di sopra alla ragazza di appena 19 anni stesa sulla linea di mezzeria della statale 429, a Castelfiorentino, alle 3 del mattino del 9 settembre del 2017, e poi proseguì il suo viaggio verso il sud. La sensazione è che il processo per omicidio stradale, ora in corso al palagiustizia di Firenze, dinanzi a un collegio presieduto dal giudice Gaetano Magnelli, non spiegherà perché Sara era in mezzo a quella carreggiata, quando la gomma del bisonte la schiacciò.

Papà, mamma, la sorella, sono comunque lì, in aula, ad ascoltare la sfilata dei testimoni. Non sarà facile, per loro. Entrano ed escono dall’aula 3. Sconforto e sorrisi, in un mix di emozioni contrastanti.  Al processo per la morte della loro Sara, ieri è stato il turno dei testimoni "tecnici": sono stati sentiti i carabinieri che hanno fatto l’indagine, che hanno individuato il camionista attraverso i frame della telecamera del distributore ’Aquila’, e il consulente del pubblico ministero Alessandra Falcone.

Non c’è un’immagine dell’investimento. I filmati hanno però consegnato al processo undici secondi di frenata (è quanto dura, secondo gli investigatori, l’intensità dei fanali posteriori, in modalità ’stop’) del mezzo pesante guidato da Morelli in prossimità del corpo della ragazza. Sull’asfalto, dicono ancora i rilievi, ci sono i segni delle grosse gomme che sterzano, "come per evitare un ostacolo", invadono la corsia opposta (dove non transitava nessuno) e poi rientrano nella propria. Il camionista è stato poi riconosciuto grazie ad altre immagini, quelle di un casello autostradale. 

Nello stesso ’frame’ - alle 3.22 e 46 secondi, anche se l’orario della telecamera del distributore va circa un minuto indietro rispetto all’ora reale - passano anche dei ragazzi a margine della strada, che probabilmente avevano passato la serata nella vicina discoteca, quella in cui era stata anche Sara. Il 17 settembre, un’altra udienza. Ancora ’tecnici’ ma presto cominceranno anche le testimonianze di chi quella notte è passato di lì. © RIPRODUZIONE RISERVATA