Speronò macchina dopo una lite: rinviato a giudizio

Si tratta di un fucecchiese. Accadde a Firenze, sul Ponte all'Indiano

Il pubblico ministero Sandro Cutrignelli, che ha coordinato le indagini sul caso

Il pubblico ministero Sandro Cutrignelli, che ha coordinato le indagini sul caso

Empoli, 13 febbraio 2019 - A processo. E’ stato rinviato a giudizio Alfonso Guerra, il fucecchiese 50enne che speronò un’auto con il cui conducente aveva avuto un diverbio sul viadotto dell’Indiano, ferendo gli occupanti e rischiando di farli finire fuori strada. Il giudice per l’udienza preliminare Silvia Romeo ha infatti accolto la richiesta in tal senso del pubblico ministero Sandro Cutrignelli e ha fissato il processo, che comincerà il 7 maggio prossimo al Palazzo di giustizia di Firenze. L’uomo è imputato di tentato omicidio plurimo aggravato dai futili motivi e dall’aver commesso il fatto in danno di due minori.

I fatti risalgono al 25 giugno 2017: Guerra, con la moglie, sulla sua Mercedes Classe E, stava procedendo nella stessa direzione di una Twingo con a bordo una famiglia, padre al volante, madre e due figli di 13 e 16 anni. La Mercedes sorpassa la Twingo, manovra azzardata tant’è che il conducente dell’utilitaria mandò a quel paese il Guerra. Ma quest’ultimo si mise all’inseguimento della Renault, la colpì più volte, la speronò spingendola sul fianco destro per farla finire fuori strada. Tutto questo, al centro del viadotto, ovvero nel punto dove sotto scorre il fiume.

La moglie riportò lesioni per sette giorni e i figli per sei. Il pm Cutrignelli aveva chiesto a suo tempo la misura della custodia cautelare in carcere, ma il gip la rigettò riqualificando il reato in lesioni, ritenendo che non fosse possibile stabilire l’intento dell’uomo pur essendo chiara la dinamica.

Il pm fece così ricorso al Riesame sottolineando la pericolosità dell’uomo e il collegio presieduto da Livio Genovese, accogliendo la richiesta dell’accusa, dispose a suo carico l’obbligo di dimora nel Comune di Fucecchio, arrivando alle conclusioni che l’uomo, «con una personalità distorta e pericolosa», tenne una condotta «violenta» e solo per un caso quella notte non rimasero coinvolti altri veicoli. Secondo il pubblico ministero Cutrignelli, infine, non ci furono conseguenze estreme perché il conducente della Twingo «è stato comunque in grado di mantenere il controllo dell’autovettura, eseguendo manovra di emergenza per sfuggire all’aggressione»