‘Quota 100’ sul viale del tramonto E dopo il boom, Empoli la snobba

Pensioni, il 31 dicembre addio alla misura sperimentale. Ma è stato amore vero? In tre anni 1.300 richieste

Migration

L’esperimento, salvo ribaltoni, terminerà il 31 dicembre. Da quel giorno, Quota 100, il sistema per l’accesso alla pensione che permette di anticipare l’uscita dal lavoro quando la somma tra età del lavoratore (minimo 62 anni) e il numero di anni di contributi (minimo 38) accreditati sia pari a cento, dirà addio. Il periodo sperimentale varato dal governo Conte I, dal 2019 al 2021, tramonterà a meno che il Governo non opti per una proroga con la prossima legge di bilancio.

Un successo o un flop? La certezza è che nei tre anni di sperimentazione negli 11 Comuni dell’Empolese le richieste, esclusa la gestione dei dipendenti pubblici, sono state pari a 672 tra lavoratori dipendenti, agricoli, artigiani, commercianti, gestioni separate ed ex Inpdai (il fondo speciale dirigenti). A queste si devono aggiungere quelle dei dipendenti pubblici, la categoria che più ha usufruito dell’uscita anticipata: nei tre anni, sono state almeno altre 600 richieste per l’Empolese. In tutto quasi 1.300 persone.

Tante o poche? Dopo l’esplosione iniziale, Quota 100 ha iniziato a tramontare. Su base nazionale le richieste arrivate sono circa il 50 per cento delle stimate. Un dato di poco inferiore a quello del nostro circondario con una popolazione di circa 30mila pensionati. La parabola è stata discendente. L’esplosione si è registrata nel 2019 con 381 richieste fra dipendenti, agricoli, artigiani e commercianti. Poi diventate 195, nell’anno della pandemia fino alle 96 piovute all’Inps dallo scorso gennaio a oggi. Gli stessi numeri, in proporzione, arrivati dai dipendenti pubblici: circa 350 nel 2019, poi 220 nel 2020 e 110 quest’anno. Il primo dato che balza all’occhio: la fuga dal lavoro legata all’effetto Covid non c’è stata. E nemmeno il turbo alle richieste di pensionamento, temuto dalle casse dell’Inps già alle prese con erogazioni di reddito di cittadinanza, Rem e Naspi. Così la curva dei “quota-centisti“ empolesi è andata a calare, dimezzandosi ogni anno.

Dopo i dipendenti pubblici, ad approfittarne sono stati quelli del privato: una platea di 359 richiedenti in due anni e mezzo. Al terzo posto c’è il fondo pensioni artigiani con 169 richieste seguito dai commercianti con 116. La misura invece è stata schivata dai lavoratori agricoli che, nei due anni e mezzo di sperimentazione, hanno inviato appena 26 richieste.

La pensione anticipata ha riscosso successo invece tra i dipendenti pubblici che, da soli, contano la metà delle richieste, circa 600, rispetto agli altri sei fondi pensionistici. I dati, locali e nazionali, saranno sottoposti dall’Inps al Governo. Poi il verdetto: rifinanziare la misura oppure chiudere il periodo sperimentale al 31 dicembre. In sua assenza, continueranno a valere le regole standard di pensione anticipata: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 per le donne. In attesa della decisione, chi entro Capodanno maturerà i requisti potrà richiedere l’uscita con Quota 100, anche se il pensionamento scatterà nel 2022.