Fermarsi è sbagliato ma restare indifferenti è comunque un errore. Renzo Ulivieri, attuale presidente dell’associazione degli allenatori di calcio dopo tanti anni trascorsi in panchina, è un tipo pragmatico: di fronte a un problema – quello dei risultati con il pallottoliere nel calcio giovanile – risponde cercando una soluzione: trovare un sistema per riequilibrare le partire ed evitare che le gare dei bambini si trasformino in un tiro a segno. Ulivieri, nel calcio giovanile assistiamo a gare sempre più a senso unico. Con risultati enormi. È giusto così? "È una questione di buon senso. Le partite di questo genere vanno sapute gestire". In che modo? "L’allenatore ha un ruolo fondamentale. Prendere gol e rimettere la palla al centro fa parte del gioco ma quando si va oltre le 5 o le 6 reti a zero, allora l’allenatore della squadra che sta vincendo deve intervenire". Lei cosa farebbe? "Innanzitutto farei entrare subito in campo chi di solito gioca un po’ meno, per cercare di riequilibrare la partita. Se mi accorgo che i gol non si fermano allora direi alla mia squadra: ‘Proviamo a segnare solo dopo aver fatto 10 passaggi di fila. Insomma, creare delle difficoltà". Quindi è sbagliato rinunciare a segnare? "Chiedere di fermarsi è innaturale, va contro lo spirito del calcio, perché lo sport è competizione e contrasto. So che a molti non piace questa filosofia ma io la vedo così". Cosa direbbe a un ragazzino che ha preso venti gol in una sola partita? "Gli direi che questo è un gioco e che ci si diverte anche a rimettere la palla al centro, l’importante è dare il massimo e accettare la sconfitta". Bisogna educare i ragazzi a saper perdere? "Il calcio offre mille occasioni per educare, ma la cosa importante è mettere sempre al centro i valori giusti, quello della condivisione e dello stare insieme, quello del rispetto per gli avversari e per i compagni". Risultati così netti dipendono anche dalla composizione dei gironi? "Sì, ma non solo nel calcio giovanile. Lo vedo ad esempio anche nella Serie A femminile, dove c’è un divario molto ampio tra le prime e le ultime in classifica. Una soluzione potrebbe essere quella di ridurre le squadre per ogni girone. Restare indifferenti sarebbe un errore". a.p.