‘Protezione civile: i sindaci sono soli’. Il grido di allarme di Paolo Masetti

Il delegato alla protezione civile dell’Unione: «Mancano gli esperti»

Un vigile del fuoco al lavoro per il maltempo

Un vigile del fuoco al lavoro per il maltempo

Empoli, 12 settembre 2017 - «Tra le tante cose da fare in emergenza, ce ne sono almeno due che non andrebbero fatte, ovvero lo scaricabarile istituzionale e la strumentalizzazione politica». Parola di Paolo Masetti, sindaco di Montelupo Fiorentino con delega alla Protezione civile dell’Unione dei Comuni. Lo scenario livornese è quello che impone una riflessione: l’allerta ‘arancione’ si è riversata sulla città e sul litorale in tutta la sua potenza. «Conferma – spiega Masetti, delegato Anci Toscana in fatto di Protezione civile – tutte le fragilità del nostre territorio. Un territorio dove si è costruito male in passato. E i sindaci, si sa, con la fascia tricolore ereditano le scelte di coloro che li hanno preceduti, compresi errori di programmazione urbanistica». E lo fa con oneri significativi. «Il sindaco, nel suo Comune, è autorità locale sanitaria e di Protezione civile – prosegue – Nel primo caso, è supportato dal sistema sanitario: se firma un trattamento sanitario obbligatorio, giusto per fare un esempio concreto, lo fa a seguito di diagnosi medica. In caso di scelte di Protezione civile è da solo. E mi spiego meglio: spesso non ha tra i suoi dipendenti personale con competenze e professionalità adeguate».

In pratica, se per fare l’urbanista bisogna avere un titolo di studio ad hoc, «per far parte di un ufficio di Protezione civile al momento attuale non è obbligatorio alcun titolo – chiarisce – E’ evidente che un sindaco ha bisogno di un supporto tecnico, altrimenti si trova a essere allo stesso tempo asse portante e punto debole del sistema di protezione civile nazionale». Una pesante contraddizione visto che di mezzo, tra l’altro, ci sono le vite dei cittadini.

«Non si può pensare che le potenzialità di un Comune da poche migliaia di abitanti siano le stesse di uno da un milione – insiste poi Masetti, portando avanti la riflessione – La gestione associata della materia aiuta, ma si scontra poi con il capitolo risorse. Fondi che non ci sono e che invece vanno trovati per permettere la prevenzione strutturale, un aspetto che viene trascurato. E nonostante i primi passi mossi dal governo Renzi con ‘Italia sicura’, il cammino è lungo. Prevenzione significa ridurre il rischio residuale, ovvero quell’ambito di intervento dove è chiamato a operare chi fa Protezione civile». Un ambito a oggi assai vasto dove «un sistema capace di rispondere in maniere rapida fa la differenza».