Ponte sull’Orme, una luce in fondo al tunnel Dal 31 gennaio riapertura e stop ai disagi

I primi intoppi quattro anni fa quando uno studio fece emergere vari problemi strutturali. Ora finalmente il cantiere è alla fase finale

di Tommaso Carmignani

Adesso c’è finalmente una data, che è quella del 31 gennaio. Un mese scarso per vedere finalmente la luce in fondo al tunnel, anche se forse sarebbe il caso di dire la luce sull’altra sponda del fiume. Il cantiere del ponte sull’Orme sta per terminare, ponendo fine a una serie interminabile di disagi cominciata ormai quattro anni fa, quando uno studio sull’impalcato lungo la statale 67 mise in luce tutta una serie di criticità strutturali tali da portare a provvedimenti estremamente deleteri per l’intera viabilità. Il ponte sarà quindi riaperto al traffico il 31 gennaio, al termine dell’intervento che ha prima portato alla demolizione del vecchio ponte e poi alla realizzazione della nuova infrastruttura. Un cantiere che di fatto ha preso il via nel mese di agosto 2022, con tre differenti fasi di lavorazione. A partire dalla cantierizzazione e dalla risoluzione delle interferenze con i sottoservizi (30 giorni di lavori) presenti nel vecchio impalcato così da procedere con i lavori senza interrompere i servizi.

A questa prima fase, è seguita quella relativa alla demolizione del ponte e al consolidamento delle due spalle (45 giorni) per poi concludere con la terza fase del cantiere, attualmente in corso, per la realizzazione del nuovo impalcato del ponte in appoggio alle spalle, adeguate e consolidate con struttura portante in acciaio (60 giorni). A chiusura dell’intervento, è prevista la realizzazione delle opere di finitura quali parapetti, segnaletica orizzontale e verticale e altri piccoli interventi per la conclusione dell’opera che richiedono alcuni giorni ulteriori. Un totale di circa quattro mesi e mezzo di lavori che andranno a completarsi in questo mese di gennaio, secondo la tabella di marcia stabilita nelle fasi di avvio dell’opera. Questo nonostante le difficoltà affrontate nella fase iniziale dell’intervento relativo allo spostamento dei sottoservizi per il ritardo nella consegna dei materiali e nonostante l’aumento delle risorse legate al caro prezzi che hanno interessato anche i cantieri pubblici.

Il costo dell’opera è infatti lievitato di circa 50mila euro, ma la notizia che interessa maggiormente ai cittadini è ovviamente legata alla riapertura. I disagi, come accennato, vanno avanti da anni. Per molto tempo, infatti, la struttura è rimasta aperta a una sola corsia di marcia, con il traffico regolato da un impianto semaforico. In questo modo la Toscoromagnola è sempre rimasta fruibile, ma l’imbuto che si era venuto a creare ha generato per mesi lunghe code e disagi alla circolazione. Niente di paragonabile, però, a quanto accaduto da settembre ad oggi.

Dopo l’approvazione del progetto e l’assegnazione dell’appalto per il rifacimento della struttura, l’amministrazione comunale ha dovuto necessariamente chiudere la strada e creare una viabilità alternativa, che spesso è andata in tilt anche a causa della concomitanza con un altro cantiere, quello lungo la FiPiLi. Disagi e problemi che adesso stanno per finire, visto che a fine mese la circolazione riaprirà a doppio senso. A gravare sulle condizioni del ponte erano stati anche i trasporti eccezionali in arrivo da Firenze: considerando che la superstrada, nel tratto empolese, presenta cavalcavia molto bassi, i convogli della Nuovo Pignone erano costretti a sfruttare la Toscoromagnola e quindi, nelle ore notturne, ad attraversare il ponte. Per questo anche l’azienda ha contribuito alla realizzazione del nuovo impalcato.